Latino

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Abitudini delle cicogne

Autore

Plinio il Vecchio

Libro

Il nuovo Latina Lectio

La versione inizia con:

Ciconiae quonam e loco veniant aut quo…

La versione termina con:

…nidos solitos, sicut grues, repetunt

Traduzione

Finora è ignoto da quale luogo vengano le cicogne e dove tornino.

Non c’è dubbio che vengono dallo stesso (luogo) lontano da cui (vengono) le gru, ma quelle nel periodo dell’inverno, queste (nel periodo) dell’estate.

Si riuniscono per andare in luoghi precisi, dove mormorano tra sé e, prima che partano, sbranano quella che è giunta per ultima e si cibano della sua carne.

Nessuno ha mai visto uno stormo di cicogne in partenza né in arrivo (letteralmente di quelle che partono né di quelle che arrivano), poiché si pensa che entrambi1 si formino di notte.

Così non vediamo che giungono, ma che sono giunte, non (vediamo) che partono, ma che sono partite.

Ci sono quelli che assicurano che nelle cicogne non c’è la lingua.

Poiché si ritiene che le cicogne si cibino di serpenti, presso i Tessali viene tributato ad esse un onore così grande che in base alle loro leggi avere ucciso una cicogna rappresenta un crimine punibile con la morte ed è stata stabilita la stessa pena che (è stata stabilita) per un omicida (letteralmente fu una cosa punibile con la morte e fu stabilita la stessa pena che per un omicida).

Dopo essersi disposte a cuneo2 (letteralmente fatto un cuneo), aprendosi piano piano (a ventaglio), volano in cielo, in modo da fendere l’aria più facilmente che se volassero frontalmente.

Tornano sempre ai soliti nidi, come le gru.

1 Entrambi gli stormi, cioè quello delle cicogne in partenza e quello delle cicogne in arrivo.

2 Il cuneo era una formazione militare che prevedeva una disposizione a triangolo.