Grammatica

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L’alfabeto latino (scrittura e pronuncia)

L’alfabeto latino è composto da ventitré lettere, sei vocali e diciassette consonanti:

Aa
Bb
Cc
Dd
Ee
Ff
Gg
Hh
Ii
Kk
Ll
Mm
Nn
Oo
Pp
Qq
Rr
Ss
Tt
Vu
Xx
Yy
Zz

Rispetto all’alfabeto italiano ci sono in più le lettere k, x e y.

Le vocali

Le vocali sono a, e, i, o, u, y e in base alla quantità (durata della pronuncia) possono essere lunghe o brevi.

La quantità di una vocale lunga si indica con il segno ˉ (ē), mentre la quantità di una vocale breve si indica con il segno ᵕ (ĕ).

Il suono di una vocale lunga dura il doppio di quello di una vocale breve, come accade ad esempio in italiano tra le parole “posta” e “coordinata”.

La vocale u

La u veniva usata sia per il suono u (come “umore” in italiano) sia per il suono v (come “vita” in italiano), dato che quest’ultimo inizialmente non esisteva in latino. Veniva scritta V in maiuscolo e u in minuscolo:

Vita

uita

La pronuncia in entrambi i casi era uita.

Più tardi iniziò a comparire anche il suono v e le due lettere cominciarono a essere scritte e lette separatamente, come facciamo anche noi oggi. Nei testi che si studiano a scuola, per comodità, si usano entrambe in maniera distinta (cioè la vocale U u per il suono u e la consonante V v per il suono v), nonostante in teoria in latino non fosse così.

Questo è il motivo per cui ancora adesso troviamo di tanto in tanto alcuni nomi scritti in maiuscolo con la V al posto della U (come SCVOLA, BVLGARI, SENATVS…). Si tratta in realtà di una u maiuscola scritta alla maniera latina.

I dittonghi

Una vocale seguita da un’altra vocale può formare in alcuni casi un dittongo, cioè un gruppo di due vocali che costituiscono un unico suono, un po’ come se fossero un tutt’uno. I dittonghi sono:

I più frequenti

ae

oe

au

eu

I più rari

ei

oi

ui

Le consonanti

Le consonanti si dividono in occlusive e continue:

Occlusive
Labialip, b
Velaric, k, q, g
Dentalit, d

Le consonanti occlusive sono ulteriormente suddivise in sorde (p, c, k, q, t) e sonore (b, g, d). Questi nomi derivano dal fatto che durante la pronuncia le sorde hanno un suono secco, mentre le sonore generano una leggera vibrazione.

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Nasalim, n
Spirantif, s
Liquidel, r

La pronuncia

Il latino è stato parlato nei territori sotto il dominio di Roma per più di un millennio, cioè da quando la città è stata fondata fino alla caduta dell’impero che lentamente si era creato. E anche dopo è comunque rimasto in vita, perché è stato adottato dalla Chiesa come lingua ufficiale, continuando così a essere usato a livello amministrativo per circa altri mille anni.

Esistono quindi due pronunce del latino:

  • pronuncia classica (detta anche restituta), cioè quella usata dalle classi colte dell’antica Roma tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C.
  • pronuncia ecclesiastica, cioè quella usata dalla Chiesa durante il Medioevo

A scuola si utilizza generalmente la pronuncia ecclesiastica.

Le due pronunce si comportano in maniera differente nei seguenti casi (per il resto, le parole latine vengono pronunciate esattamente come verrebbero pronunciate in italiano):

  • i dittonghi ae e oe
  • la consonante v davanti a vocale
  • la consonante h
  • il gruppo ph
  • il gruppo ti
  • la vocale y
  • le consonanti c e g
  • il gruppo gn

Dittonghi ae e oe

Si pronunciano e nella pronuncia ecclesiastica, ae e oe in quella classica.

E) Tragoedia si legge tragedia

C) Tragoedia si legge tragoèdia

La v davanti a vocale

Si pronuncia v nella pronuncia ecclesiastica, u in quella classica.

E) Veritas si legge veritas

C) Veritas si legge ueritas

La consonante h

È sempre muta nella pronuncia ecclesiastica, mentre in quella classica a inizio di parola corrisponde a un’aspirazione.

E) Homo si legge òmo

C) Homo si legge homo

Il gruppo ph

Si pronuncia f nella pronuncia ecclesiastica, p seguita da un’aspirazione in quella classica.

E) Philosophus si legge filosofus

C) Philosophus si legge philosophus

Il gruppo ti non accentato e seguito da una vocale

Si pronuncia zi nella pronuncia ecclesiastica, ti in quella classica.

E) Gratia si legge grazia

C) Gratia si legge gratia

La vocale y

Si pronuncia i nella pronuncia ecclesiastica, ü (come über in tedesco) in quella classica.

E) Tyrannus si legge tirannus

C) Tyrannus si legge türannus

Le consonanti c e g

Sono dolci davanti a e, i, y, ae, oe (e dure in tutti gli altri casi) nella pronuncia ecclesiastica, sempre dure in quella classica.

E) Cera si legge cera

C) Cera si legge kera

E) Gibbus si legge gibbus

C) Gibbus si legge ghibbus

E) Canis si legge kanis

C) Canis si legge kanis

Il gruppo gn

Si pronuncia come in italiano (“gnomo”) nella pronuncia ecclesiastica, con una g dura seguita da n in quella classica.

E) Magnus si legge magnus

C) Magnus si legge mag + nus