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Le balene dell’Oceano Indiano

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Il nuovo Latina Lectio

La versione inizia con:

Cete ingentis magnitudinis in exteriore mari…

La versione termina con:

…exterrita in profundum sese abdiderunt

Traduzione

Nel mare esterno nascono balene1 di straordinaria grandezza e pesci molto più grossi che in questo mare interno2.

Clearco, autore attendibilissimo, scrive che verso l’alba vide che l’acqua veniva soffiata dal mare all’insù e che veniva portata con forza in alto come in vortici.

Spaventati da questa cosa, i marinai domandarono alle guide della navigazione che cosa mai fosse ciò e da che cosa fosse prodotta questa cosa.

Quelle risposero che erano balene, che, mentre si girano in mare, soffiano l’acqua all’insù.

Dopo che ebbero udito ciò, i marinai, attoniti, lasciarono cadere i remi dalle mani.

Ma Nearco, che era a capo della flotta, avvicinandosi a loro, li esortava e li incoraggiava e ordinò che le navi, girate le prue, come se fossero schierate per una battaglia navale, si dirigessero verso quei mostri e che (i marinai), remando in fila serrata e con un grande frastuono, insieme con il frastuono stesso dei remi, emettessero anche forti grida.

Così urlarono con quanta più voce potevano e le trombe suonarono e le balene, che già erano visibili (letteralmente erano viste) presso le prue delle navi, si nascosero spaventate in profondità.

1 Il sostantivo cete presenta la desinenza tipica del neutro della terza declinazione greca (il nominativo singolare è “cetos”).

2 Gli antichi designavano con “mare esterno” l’oceano, mentre con “mare interno” il mare mediterraneo.