La battaglia di Coronea
Autore
Senofonte
Libro
γραφίς
La versione inizia con:
Ἀργεῖοι μέντοι οὐκ ἐδέξαντο τοὺς περὶ Ἀγησίλαον…
La versione termina con:
…πολλοὶ δ’ἀποχωροῦντες ἀπέθανον
Traduzione
Gli Argivi tuttavia non aspettarono i soldati di Agesilao, ma fuggirono sull’Elicona.
E lì alcuni degli stranieri incoronavano già Agesilao, ma uno annunciò che i Tebani, dopo avere sgominato quelli di Orcomeno, erano in prossimità delle salmerie1.
E quello subito, avendo fatto una conversione, conduceva la falange contro di loro; a propria volta i Tebani, come videro che gli alleati erano fuggiti sull’Elicona, volendo aprirsi un varco verso di loro2, essendosi disposti in file serrate, procedevano con forza.
È possibile dire che Agesilao lì (fu) indubbiamente coraggioso; tuttavia, non scelse la soluzione più sicura.
Infatti, nonostante potesse sbaragliare la retroguardia nemica inseguendo durante la marcia quelli che si stavano aprendo un varco (letteralmente pur essendo possibile per lui che era in marcia, inseguendo quelli che si aprivano un varco, sbaragliare la retroguardia), non fece ciò, ma si scontrò a viso aperto con i Tebani; e, unendo gli scudi, spingevano, combattevano, uccidevano, morivano.
Infine, alcuni dei Tebani scapparono verso l’Elicona, ma molti, mentre si ritiravano, morirono.
1 Le salmerie sono l’insieme di carri, viveri, munizioni e animali al seguito di un esercito.
2 L’espressione πρὸς τοὺς ἑαυτῶν significa letteralmente “verso quelli di sé” e si riferisce agli alleati dei Tebani; conviene tradurla liberamente con “verso di loro” (come è stato fatto sopra) per motivi di scorrevolezza.