I casi in latino
In italiano possiamo dire:
Porto il libro a un amico
Porto il libro di un amico
Porto il libro con un amico
La parola “amico” è sempre la stessa, ma svolge una funzione diversa a seconda della preposizione che ha davanti. In latino invece ciò che esprime la funzione della parola è il caso, cioè la forma che una parola assume in base alla desinenza che le viene di volta in volta attaccata:
Rosa | La rosa |
Rosae | Della rosa |
Oltre al caso, la desinenza indica anche il genere (maschile, femminile, neutro) e il numero (singolare, plurale).
I casi sono in tutto sei:
- Nominativo
- Genitivo
- Dativo
- Accusativo
- Vocativo
- Ablativo
Ciascuno di loro ha una funzione di base (che può tuttavia variare in base al senso della frase o tramite l’uso di preposizioni):
N | = | Soggetto |
G | = | Complemento di specificazione |
D | = | Complemento di termine |
A | = | Complemento oggetto |
V | = | Complemento di vocazione |
A | = | Complemento di strumento |
La rosa |
Della rosa |
Alla rosa |
La rosa |
O rosa |
Con la rosa |
Ad esempio, l’accusativo preceduto dalla preposizione ob diventa “a causa della rosa” (il significato delle preposizioni si trova sul dizionario).
La sintassi dei casi
Vediamo ora nel dettaglio le funzioni principali che ciascun caso può esprimere in latino senza preposizioni, cioè a che cosa può corrispondere, quando ce lo troviamo di fronte (ovviamente nel corso di una versione bisogna scegliere la funzione più adatta in base al contesto):
IN FONDO ALLA PAGINA C’È L’ELENCO RIASSUNTIVO
NOMINATIVO
Soggetto
È la persona o la cosa che compie o subisce l’azione del verbo.
Puella currit per agros
La ragazza corre per i campi
Nome del predicato
È il nome o l’aggettivo che compare nel predicato nominale (cioè insieme al verbo sum).
Augustus imperator Romae fuit
Augusto fu imperatore di Roma
Complemento predicativo del soggetto
È un termine riferito al soggetto che completa il significato del verbo.
Frater meus consul creatus est
Mio fratello è stato eletto console
Il complemento predicativo del soggetto compare in presenza di verbi:
Copulativi | videor, appareo… | Sembro, appaio… |
Appellativi | dicor, appellor… | Sono detto, sono chiamato… |
Estimativi | putor, habeor… | Sono reputato, sono ritenuto… |
Elettivi | creor, designor… | Sono eletto, sono designato… |
Nominativo con l’infinito
È il soggetto delle proposizioni infinitive che hanno la costruzione personale.
Rex apud montem vicisse traditur
Si tramanda che il re vinse presso il monte
LETTERALMENTE “IL RE È TRAMANDATO AVERE VINTO PRESSO IL MONTE”
GENITIVO
Complemento di specificazione
Rappresenta una determinazione del nome a cui si riferisce.
Miro virtutem consulis
Ammiro il valore del console
Complemento partitivo
Indica l’insieme di cui si sta prendendo in considerazione una parte.
Honesti hominum
Gli onesti tra gli uomini
In latino il complemento partitivo è molto frequente dopo avverbi come multum, parum, tantum e così via. In questo caso, l’avverbio si traduce come se fosse un aggettivo del nome:
Parum sapientiae
Poca saggezza
LETTERALMENTE “POCO DI SAGGEZZA”
Genitivo di possesso
Esprime il rapporto di possesso di un nome rispetto a un altro.
Domus Caesaris pulchra est
La casa di Cesare è bella
In presenza di un nome proprio le parole che indicano parentela (filius, filia, uxor…) vengono spesso sottintese:
Terentia Ciceronis
Terenzia (moglie) di Cicerone
Genitivo di pertinenza
Indica una persona a cui spetta un determinato compito o che ha una certa caratteristica.
Est hominis errare
È tipico dell’uomo sbagliare
Il genitivo di pertinenza si trova perlopiù in presenza del verbo sum e si traduce con è tipico di oppure è proprio di.
Genitivo di qualità
Indica una caratteristica distintiva del nome a cui è riferito.
Adulescens magni ingenii
Un giovane di grande ingegno
Genitivo locativo
Viene usato per fare il complemento di stato in luogo con i nomi di città, villaggi o piccole isole di 1a e 2a declinazione singolari.
Pernoctabo Romae
Passerò la notte a Roma
L’espressione “genitivo locativo”, molto frequente nei testi scolastici, in realtà è sbagliata, perché queste parole si trovano nell’antico caso locativo, che in latino scomparve molto presto e che era simile al genitivo (ecco da dove è nata questa denominazione). Si parla quindi di genitivo locativo, ma in teoria bisognerebbe dire semplicemente locativo.
Genitivo seguito da causa o gratia
Equivale a un complemento di fine, cioè indica lo scopo dell’azione del verbo.
Cives libertatis causa pugnabant
I cittadini combattevano per la libertà
Complemento di stima
Indica il valore morale attribuito a qualcuno o a qualcosa.
Te magni existimo
Ti stimo molto
DATIVO
Complemento di termine
È la persona o la cosa a cui è diretta l’azione del verbo.
Consuli gladium do
Do una spada al console
Dativo di interesse
Indica a vantaggio o a svantaggio di chi si svolge l’azione del verbo.
Agricola pedicam feris parat
Il contadino prepara una trappola per le bestie selvatiche
Dativo etico
Consiste in un pronome personale al dativo che rappresenta la persona coinvolta emotivamente nell’azione espressa.
Quid mihi tristis es?
Perché mi sei triste?
Dativo di possesso
Si trova insieme al verbo sum e indica la persona a cui appartiene qualcosa.
Asinus Publio erat
Publio aveva un asino
LETTERALMENTE “A PUBLIO ERA UN ASINO”
Per tradurre correttamente il dativo di possesso conviene seguire questi tre passaggi:
- la parola in dativo diventa il soggetto
- il verbo essere viene tradotto con avere (il tempo e il modo non cambiano)
- il soggetto del verbo sum in latino diventa in italiano il complemento oggetto
Riprendendo l’esempio di prima, la traduzione va quindi fatta in questo modo:
A Publio | → | Publio |
Era | → | Aveva |
Un asino | → | Un asino |
Complemento di fine
Indica lo scopo dell’azione del verbo.
Dies colloquio dictus est
Fu stabilito il giorno per il colloquio
Il dativo usato come complemento di fine compare anche nel nome di alcune cariche pubbliche, come ad esempio decemviri legibus scribundis (decemviri con il compito di scrivere le leggi).
Dativo d’agente
È il dativo che accompagna la perifrastica passiva e che in italiano diventa il soggetto della frase.
Militibus urbs delenda est
I soldati devono distruggere la città
LETTERALMENTE “DA PARTE DEI SOLDATI LA CITTÀ DEVE ESSERE DISTRUTTA”
Il dativo d’agente non va confuso con il complemento d’agente, che indica la persona da cui è compiuta l’azione di un verbo passivo e che in latino viene costruito con la preposizione a o ab seguita dall’ablativo.
Dativo di relazione
Indica per quale persona ha valore ciò che è espresso dal verbo (è chiamato anche dativo del punto di vista o dativo iudicantis).
Primum oppidum est venientibus ab Epiro
È la prima città per quelli che vengono dall’Epiro
Doppio dativo
È un costrutto formato da un dativo di fine e da un dativo di vantaggio, entrambi retti dallo stesso verbo.
Pompeius legionem subsidio militibus misit
Pompeo mandò in aiuto ai soldati una legione
In questo caso subsidio è il complemento di fine, mentre militibus è il complemento di vantaggio.
ACCUSATIVO
Complemento oggetto
È la persona o la cosa su cui ricade direttamente l’azione del verbo.
Pater filiam laudat
Il padre loda la figlia
Complemento predicativo dell’oggetto
È un termine riferito al complemento oggetto che completa il significato del verbo.
Terentiam pulcherrimam puto
Reputo Terenzia bellissima
Il complemento predicativo dell’oggetto compare in presenza di verbi:
Appellativi | appello, nomino… | Chiamo, denomino… |
Estimativi | existimo, puto… | Ritengo, reputo… |
Elettivi | designo, declaro… | Designo, proclamo… |
Accusativo con l’infinito
È il soggetto delle proposizioni infinitive.
Dicunt consulem strenue pugnavisse
Dicono che il console combatté valorosamente
Bisogna fare attenzione a non confondere l’accusativo con l’infinito (Terentiam pulcherrimam puto esse) e il complemento predicativo dell’oggetto (Terentiam pulcherrimam puto). Anche se sono introdotti praticamente dagli stessi verbi, la differenza sostanziale tra i due è la presenza o meno di un verbo all’infinito legato all’accusativo.
Accusativo di relazione
Circoscrive l’azione di un verbo o di un aggettivo a un particolare ambito (è conosciuto anche come accusativo alla greca).
Superbiam me laedis
Mi offendi nell’orgoglio
Puella flava capillos
Una ragazza bionda di capelli
L’accusativo di relazione è molto utilizzato in espressioni del tipo “alto di statura“, “bello d’aspetto“, “nobile di stirpe” e così via.
Doppio accusativo
Alcuni verbi reggono due accusativi (generalmente uno indica una persona e uno indica una cosa).
Inopia Catilinam periculum Romanis reddidit
La povertà rese Catilina un pericolo per i Romani
Il doppio accusativo è tipico in particolare del verbo doceo (insegnare), che regge l’accusativo della persona a cui si insegna qualcosa e l’accusativo di ciò che viene insegnato:
Docebam discipulos litteras
Insegnavo la letteratura agli alunni
Complemento di tempo continuato
Indica la durata dell’azione del verbo.
Multos annos Dionysius tyrannus fuit
Dionisio fu tiranno per molti anni
Accusativo semplice di moto a luogo
Equivale a un complemento di moto a luogo ed è utilizzato con i nomi di città o di piccole isole di 1a e 2a declinazione.
Romam veni
Giunsi a Roma
VOCATIVO
Il vocativo è utilizzato per rivolgersi a qualcuno e non comprende altre funzioni (talvolta è introdotto dall’interiezione o).
O Brute, ubi es?
Bruto, dove sei?
ABLATIVO
Complemento di strumento
Indica la cosa attraverso cui viene compiuta l’azione del verbo.
Armis libertatem defenderunt
Difesero la libertà con le armi
Complemento di causa
Indica la causa che provoca l’azione del verbo.
Formidine hostes fugerunt
I nemici fuggirono per la paura
Secondo termine di paragone
Indica la persona o la cosa rispetto a cui viene fatto un paragone.
Barbari saeviores leonibus sunt
I barbari sono più feroci dei leoni
Il secondo termine di paragone si trova sempre dopo un comparativo.
Ablativo semplice di stato in luogo
Viene usato per fare il complemento di stato in luogo con i nomi di città, villaggi o piccole isole di 1a e 2a declinazione (solo plurali) e di 3a declinazione (sia singolari sia plurali).
Causa agitur Syracusis
Il processo si tiene a Siracusa
Causa agitur Neapoli
Il processo si tiene a Napoli
Nel primo esempio il nome di provenienza è Syracusae, nel secondo Neapolis.
Ablativo assoluto
È un costrutto formato da un nome o un pronome e un participio (entrambi all’ablativo), indipendente rispetto al resto della frase.
Consule interfecto, tumultus ortus est
Dopo che fu ucciso il console, scoppiò un tumulto
Ablativo di limitazione
Indica sotto quale aspetto vale il significato di un verbo o di un aggettivo.
Philosophi sapientia excellunt
I filosofi eccellono in quanto a sapienza
Ablativo di qualità
Indica una qualità fisica.
Humili statura sum
Sono di bassa statura
Complemento di tempo determinato
Indica la collocazione temporale dell’azione.
Tertio die consul copias reduxit
Il terzo giorno il console riportò indietro le truppe
Elenco riassuntivo delle funzioni dei casi
Nominativo
Soggetto
Nome del predicato
Complemento predicativo del soggetto
Nominativo con l’infinito
Genitivo
Complemento di specificazione
Complemento partitivo
Genitivo di possesso
Genitivo di pertinenza
Genitivo di qualità
Genitivo locativo
Genitivo seguito da causa o gratia
Complemento di stima
Dativo
Complemento di termine
Dativo di interesse
Dativo etico
Dativo di possesso
Complemento di fine
Dativo d’agente
Dativo di relazione
Doppio dativo
Accusativo
Complemento oggetto
Complemento predicativo dell’oggetto
Accusativo con l’infinito
Accusativo di relazione
Doppio accusativo
Complemento di tempo continuato
Accusativo semplice di moto a luogo
Vocativo
Complemento di vocazione
Ablativo
Complemento di strumento
Complemento di causa
Secondo termine di paragone
Ablativo semplice di stato in luogo
Ablativo assoluto
Ablativo di limitazione
Ablativo di qualità
Complemento di tempo determinato
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