Catone espone le sue riflessioni sulla morte
Autore
Cicerone
Libro
Il nuovo Latina Lectio
La versione inizia con:
Si qui deus mihi largiatur ut ex hac aetate…
La versione termina con:
…quo mihi ipsi veniendum esse cerno
Traduzione
Se qualche dio mi concedesse di tornare bambino da quest’età e di vagire nella culla, rifiuterei con decisione e sinceramente non vorrei essere richiamato dal traguardo alla partenza quasi a corsa finita (letteralmente ai cancelli, essendo stato quasi percorso il giro).
Che vantaggio ha infatti la vita?
Che cosa offre oltre alla fatica (letteralmente che cosa ha non più della fatica)?
Ma facciamo finta che ne1 abbia davvero, certamente però ha o la sazietà o la moderazione.
Non mi piace infatti lamentarmi della vita (cosa che spesso fecero molti e allo stesso tempo saggi) e non mi pento di avere vissuto, poiché ho vissuto in modo tale che non ritengo che io sia nato inutilmente; e me ne vado dalla vita come da un albergo, non come da una casa.
O splendido giorno, quando partirò per quella divina assemblea e riunione di anime e quando me ne andrò da questa folla e confusione!
Mi recherò infatti non solo da quegli uomini di cui ho parlato prima, ma anche da mio figlio Catone, rispetto a cui non è nato nessun uomo migliore, nessuno superiore per tenerezza; fu bruciato da me il corpo di costui, che certamente se ne andò in quei luoghi dove vedo che devo giungere io stesso.
1 Di vantaggi.