Una congiura per richiamare i re
Autore
Livio
Libro
Il nuovo Latina Lectio
La versione inizia con:
Tarquinius rex eiusque coniuncti, cum Roma…
La versione termina con:
…statim cum legatis regis urbe expulsi sunt
Traduzione
Il re Tarquinio e i suoi intimi, dopo essere stati cacciati da Roma a causa di una rivolta popolare, mandarono degli ambasciatori al senato per farsi restituire i propri beni (letteralmente affinché a loro fossero restituiti i loro beni).
Mentre in senato si discuteva di questa cosa e dopo che fu prevalso il parere che decretava che i beni dovevano essere restituiti ai Tarquini, gli ambasciatori del re chiesero un po’ di tempo ai consoli, affinché venissero preparati i carri con cui fossero trasportate queste cose.
Mentre venivano fatte queste cose, gli ambasciatori si consultarono con i sostenitori del re, che avevano congiurato affinché i Tarquini fossero richiamati in città, e ottennero che fosse data loro una lettera per i Tarquini, nella quale erano state descritte molte cose a proposito della congiura.
Questa lettera fece scoprire la congiura (letteralmente questa rese il delitto manifesto).
Infatti, il giorno prima che gli ambasciatori partissero per tornare dai Tarquini, mentre gli ambasciatori cenavano presso i Vitelli e discutevano molte cose tra loro sulla congiura, uno dei servi, che già prima aveva sospettato qualcosa, ascoltò il loro discorso e riferì la cosa ai consoli.
I consoli, essendo andati a catturare i congiurati e gli ambasciatori, li sorpresero in casa senza fare scalpore (letteralmente senza scompiglio) e si impadronirono della lettera.
Dopo che questa fu letta in senato, tutta la congiura fu svelata e i congiurati, condannati all’esilio, furono cacciati subito dalla città con gli ambasciatori del re.