Il cristiano non teme il martirio
Autore
Minucio Felice
Libro
Il nuovo Latina Lectio
La versione inizia con:
Quam pulchrum spectaculum Deo…
La versione termina con:
…ullis eiulatibus pertulerunt
Traduzione
Che spettacolo meraviglioso per Dio, quando un cristiano si misura con il dolore, quando viene posto di fronte a minacce, supplizi e torture, quando si mette sotto i piedi (letteralmente calpesta) il rumore della morte e l’orrore del carnefice, facendosi beffe (di essi), quando innalza la propria libertà contro i re e i principi, quando, trionfante e vittorioso, si erge con fierezza proprio su quello (letteralmente salta sullo stesso) che ha pronunciato la sentenza contro di lui!
Il soldato di Dio non viene abbandonato nel dolore e non ha fine con la morte.
Pertanto, non è possibile che un cristiano sembri infelice né che venga trovato in questo stato d’animo (letteralmente così il cristiano non può sembrare infelice, non può essere trovato).
Voi stessi innalzate alle stelle uomini sventurati, come Muzio Scevola, che, avendo fallito l’attentato contro il re1 (letteralmente avendo commesso un errore contro il re), mentre puniva senza timore la mano destra, sopportò il dolore disumano.
Quanti dei nostri sopportarono senza alcun lamento che non solo la mano destra, ma tutto il corpo venisse bruciato (e) arso!
1 Durante la guerra contro gli Etruschi, il nobile romano Muzio Scevola si intrufolò nell’accampamento dei nemici con l’intento di uccidere il loro re Porsenna, ma sbagliò persona e fu catturato. Decise quindi di punire la mano destra per l’errore commesso e la mise su un braciere ardente, sopportando in silenzio il dolore.