La cultura di Cicerone
Autore
Tacito
Libro
Il nuovo Latina Lectio
La versione inizia con:
Notus est omnibus, qui eloquentiae student…
La versione termina con:
…cum voluptate audientium possit
Traduzione
È noto a tutti quelli che si occupano di oratoria il libro di Cicerone che si intitola “Bruto”, nella cui parte finale (la prima infatti contiene una menzione degli antichi oratori) riporta1 i propri esordi, i propri progressi, il proprio apprendimento dell’oratoria.
Racconta infatti di avere imparato il diritto civile presso Quinto Muzio Scevola, di avere assorbito a fondo tutte le parti della filosofia presso l’accademico Filone; e non contento di questi maestri, che aveva in abbondanza (letteralmente dei quali gli era toccata in sorte l’abbondanza) in città, (racconta) di avere viaggiato anche per l’Acaia e per l’Asia, in modo da abbracciare lì l’intera varietà di tutte le arti.
E così, per Ercole, nei libri di Cicerone è possibile osservare che non gli mancò la conoscenza della geometria, della musica, della grammatica, di alcuno studio liberale insomma.
Da una vasta erudizione, da moltissime arti e dalla conoscenza di tutte le cose sgorga e trabocca la sua stupefacente eloquenza.
Infatti, la forza e l’abilità di un oratore, così come delle altre cose, non è racchiusa in limiti angusti e stretti, ma l’oratore è quello che è in grado di parlare di ogni questione con grazia e con eleganza e in maniera adatta a persuadere secondo la dignità degli argomenti (letteralmente delle cose) con il piacere di quelli che ascoltano.
1 Il soggetto sottinteso è “Cicerone”.