La differenza tra “suo” e “proprio”
Il significato di suo e di proprio è lo stesso, dato che entrambi sono aggettivi possessivi e si riferiscono alla terza persona singolare (significano cioè “di lui” o “di lei”).
Tuttavia, si usa proprio al posto di suo quando il possessore coincide con il soggetto della frase, cioè con la persona, l’animale o la cosa che compie o subisce l’azione del verbo:
Marco ha pulito la propria stanza
Marco ha restituito a Paolo i suoi libri
Nel primo caso la stanza è di Marco (la persona che compie l’azione di pulire), per cui usiamo proprio. Nel secondo caso invece i libri non sono di Marco, bensì di Paolo (che non è la persona che compie l’azione di chiedere), quindi usiamo suo.
Bisogna inoltre ricordarsi che proprio è obbligatorio con i verbi impersonali (cioè i verbi alla terza persona singolare privi di un soggetto):
È giusto lottare per i propri ideali
Occorre pensare al proprio interesse
Ad ogni modo, ormai in italiano suo viene normalmente usato anche quando si riferisce al soggetto della frase. L’importante è che non si creino situazioni che potrebbero generare confusione su chi sia il possessore (in questo caso si torna a usare proprio):
Marco ha venduto il suo motorino
Dato che non c’è il rischio di confondere il possessore del motorino (cioè Marco) con qualcun altro, possiamo usare suo. Se però la frase rischiasse di creare fraintendimenti, useremmo proprio:
Marco ha salutato Paolo e gli ha dato il proprio zaino
Marco ha salutato Paolo e gli ha dato il suo zaino
Nel primo caso lo zaino è di Marco, nel secondo caso invece è di Paolo.