Disavventure di Cicerone
Autore
Plutarco
Libro
γραφίς
La versione inizia con:
Ἐφ’οἷς ἀθυμήσας ὥρμησεν ἐπὶ Βρεντέσιον…
La versione termina con:
…συμβεβιωκότα τοσαύτῃ προσεδόκησε
Traduzione
Dato che si era perso d’animo per queste cose, partì per Brindisi e da lì, mentre veniva trasportato con vento favorevole a Durazzo, essendosi alzato in direzione contraria un vento d’alto mare, tornò indietro dopo un giorno e poi salpò di nuovo.
Si dice anche che, dopo che egli era entrato in porto a Durazzo e stava per sbarcare, si verificarono contemporaneamente un terremoto e un maremoto (letteralmente una scossa della terra e un’agitazione del mare).
In base a queste cose gli indovini congetturarono che quella fuga non sarebbe stata duratura; infatti (dissero che) questi erano segni di un mutamento.
Nonostante giungessero (da lui) molti uomini per affetto e le città greche facessero sempre a gara a inviargli ambascerie (letteralmente gareggiavano per le ambascerie a lui), tuttavia trascorreva la maggior parte del tempo abbattuto e triste, guardando in direzione dell’Italia come gli amanti infelici ed essendo diventato per la sventura molto fiacco di spirito, meschino e sconfortato, come nessuno si sarebbe aspettato da un uomo che possedeva una tale cultura.