La disfatta degli Elvezi
Autore
Cesare
Libro
Il nuovo Latina Lectio
La versione inizia con:
Ancipiti proelio per totum diem pugnatum est…
La versione termina con:
…cum omnibus copiis eos sequi coepit
Traduzione
Si combatté su due fronti per tutto il giorno.
Poiché gli Elvezi non potevano sostenere gli assalti dei nostri più a lungo, alcuni iniziarono a ritirarsi sul monte, altri si recarono presso le salmerie e i propri carri.
In tutta questa battaglia infatti, benché si sia combattuto dall’ora settima1 fino a sera, nessuno poté vedere il nemico in fuga.
Si combatté fino a tarda notte anche presso le salmerie, poiché (gli Elvezi) avevano fatto una trincea con i carri (letteralmente avevano opposto i carri come trincea) e scagliavano frecce da un luogo più elevato contro i nostri che arrivavano.
Dopo che si fu combattuto a lungo, i nostri conquistarono le salmerie e l’accampamento.
Lì fu catturata la figlia di Orgetorige e uno dei figli.
Sopravvissero a questa battaglia circa centotrentamila uomini e per tutta quella notte marciarono ininterrottamente e, non essendo mai stata interrotta la marcia, il quarto giorno giunsero nei territori dei Lingoni.
I nostri infatti, essendosi fermati tre giorni sia per le ferite sia per la sepoltura di quelli che erano stati uccisi, non avevano potuto inseguirli.
Cesare mandò ambasciatori ai Lingoni, affinché non li aiutassero né con il frumento né con alcun’altra cosa.
Egli stesso, trascorsi tre giorni (letteralmente trascorso l’intervallo di tre giorni), iniziò a inseguirli con tutte le truppe.
1 Cioè tra mezzogiorno e l’una di pomeriggio.