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Disfatta dei Persiani

Autore

Giustino

Libro

Il nuovo Latina Lectio

La versione inizia con:

Interim Mardonius in Graecia Olyntum expugnat…

La versione termina con:

…momento, nuntius victoriae pervenerit

Traduzione

Nel frattempo, Mardonio espugnò1 Olinto in Grecia.

Spronò anche gli Ateniesi alla speranza della pace e all’amicizia del re, promettendo la ricostruzione della loro città incendiata.

Dopo che ebbe visto che per quelli la libertà non era in vendita ad alcun prezzo, incendiò (gli edifici) che aveva iniziato a costruire e trasferì le truppe in Beozia.

Lì giunse anche l’esercito dei Greci, che fu di centomila (soldati), e lì diede battaglia.

Ma la sorte del re non cambiò con il comandante2.

L’accampamento, pieno di ricchezza regale, fu preso dai Greci.

Nello stesso giorno in cui le truppe di Mardonio furono annientate, i Greci combatterono contro i Persiani anche in una battaglia navale in Asia ai piedi del monte Micale.

Lì prima dello scontro, mentre le flotte si trovavano una di fronte all’altra, giunse la notizia della disfatta di Mardonio a entrambi gli eserciti.

La rapidità della notizia fu tale che, nonostante avessero combattuto in Beozia al mattino, l’annuncio della vittoria giunse in Asia a mezzogiorno attraverso tanti mari e una così grande distanza in un intervallo di ore tanto breve.

1 I verbi al presente che compaiono nella prima parte del brano sono presenti storici e possono quindi essere tradotti in italiano con il passato remoto.

2 Il re persiano Serse, dopo essere stato sconfitto dai Greci a Salamina, tornò in Persia e lasciò in Grecia il comandante Mardonio, che però fu ugualmente sconfitto (e quindi non ebbe migliore fortuna del re, come sottolinea la frase).