Disperato amore di un vedovo
Autore
Valerio Massimo
Libro
Il nuovo Latina Lectio
La versione inizia con:
Marcus Plautius, cum ex Asia iussu senatus classem…
La versione termina con:
…exstruxerunt quod “Amantium” vocaverunt
Traduzione
Marco Plauzio, mentre riportava dall’Asia per ordine del senato la flotta degli alleati di novanta navi, approdò in Lucania a Taranto, per lasciare lì a terra la moglie Orestilla, compagna di navigazione e stanca per lo sballottamento delle onde e indisposta per una grave malattia.
Orestilla però, non appena scese dalla nave, morì (letteralmente esalò l’anima); a causa della sua morte1 l’animo di Marco Plauzio fu così affranto che non desiderò altro che morire (letteralmente nient’altro più che deporre la propria vita).
Tuttavia, per il momento nascose il proprio proposito e preparò il funerale della moglie il più devotamente possibile.
Già erano pronti gli oli profumati, già venivano preparate le fiaccole per accendere il rogo, quando Plauzio, fingendo di volere dare gli ultimi baci alla moglie, sguainò la spada e si gettò su di essa, cosicché cadde subito morto sopra il corpo della moglie defunta.
Perciò, fortemente commossi, quelli che erano presenti misero insieme il corpo di Marco Plauzio, vestito di toga e calzari, con la moglie e cremarono i due corpi su un unico rogo.
Successivamente in quel luogo, dove la moglie e il marito erano stati bruciati, gli abitanti di Taranto, per onorare una tanto grande devozione, costruirono un sepolcro che chiamarono “degli innamorati”.
1 In teoria il testo latino non contiene un punto e virgola qui, ma in italiano conviene metterlo e dividere così la parte precedente da quella successiva, altrimenti ci ritroveremmo con un’unica frase di difficile comprensione (letteralmente sarebbe “…morì, a causa della cui morte l’animo…”).