Elogio di Alcibiade
Autore
Cornelio Nepote
Libro
Il nuovo Latina Lectio
La versione inizia con:
Alcibiades, Cliniae filius, Atheniensis fuit…
La versione termina con:
…invidiam multorum vitare posset
Traduzione
Alcibiade, figlio di Clinia, fu ateniese.
Sembra che in costui la natura abbia provato che cosa potesse compiere.
Infatti, tra gli autori più attendibili che tramandarono il suo ricordo (letteralmente la memoria a proposito di lui) è risaputo che niente fu superiore a quello sia nei vizi sia nelle virtù.
Nato da una stirpe nobilissima in una città importantissima, (fu) di gran lunga il più bello di tutti (quelli) della sua età, assai incline a tutte le cose – e infatti fu un ottimo comandante sia in mare sia in terra; talmente eloquente che nel parlare spiccava tra i primi, generoso, brillante non meno nella vita pubblica che nella vita privata, affabile, capace di adattarsi molto astutamente alle circostanze.
Ebbe come suocero Ipponico, il più ricco di tutti quelli che parlavano in lingua greca.
Egli stesso era considerato sia più potente sia più importante che in proporzione alla condizione privata; infatti, aveva legato molti a sé grazie alla generosità e ne aveva resi di più propri amici anche grazie all’attività forense.
Perciò la sua potenza cresceva (letteralmente le sue risorse diventavano maggiori) di giorno in giorno, ma egli stesso sembrava troppo ricco e troppo potente perché potesse evitare i sospetti e l’invidia di molti.