Un episodio della guerra sociale
Autore
Velleio Patercolo
Libro
Il nuovo Latina Lectio
La versione inizia con:
Pontius Telesinus, dux Samnitium, vir domi…
La versione termina con:
…figi gestarique Praeneste Sulla iussit
Traduzione
Ponzio Telesino, comandante dei Sanniti, uomo valorosissimo in pace e in guerra e assai ostile al popolo romano, radunati circa quarantamila uomini della gioventù più valorosa e più tenace nel maneggiare le armi, sotto il consolato di Carbone e Mario, centoundici anni fa (letteralmente centoundici anni da questo momento) il giorno delle Calende di novembre1 combatté a tal punto con Silla presso la porta Collina che portò lui e lo Stato a un rischio grandissimo.
Esso2 non andò incontro ad alcun pericolo maggiore che in quel giorno in cui Telesino si mosse intorno alle mura di Roma.
Costui, ripetendo che si avvicinava l’ultimo giorno per i Romani, gridava che Roma doveva essere abbattuta e distrutta, aggiungendo che in Italia non sarebbero mai mancati predoni della libertà italica, se non fosse stata abbattuta la loro città, nella quale quelli erano soliti rifugiarsi come i lupi nella foresta.
Solo dopo la prima ora3 della notte l’esercito romano riprese fiato e (l’esercito) dei nemici si ritirò.
Telesino il giorno seguente fu trovato semivivo, mostrando il volto più di un vincitore che di un moribondo; Silla ordinò che la sua testa, dopo essere stata tagliata, venisse conficcata su un’asta e portata a Preneste.
1 Cioè il primo giorno di novembre.
2 Cioè lo Stato.
3 Cioè tra le sei e le sette di mattina.