I festini di Babilonia
Autore
Curzio Rufo
Libro
Il nuovo Latina Lectio
La versione inizia con:
Diutius Babylone constitit Alexander, nec ullus…
La versione termina con:
…triginta quattuor dies saginatus est
Traduzione
Alessandro si fermò a Babilonia più a lungo e nessun luogo nocque maggiormente alla disciplina militare.
Niente (è) più corrotto dei costumi di questa città, niente (è) più adatto a stimolare e ad allettare i piaceri sfrenati.
I divertimenti conviviali stettero a cuore ai re e ai dignitari in tutta la Persia; soprattutto i Babilonesi si abbandonarono al vino e alle cose che accompagnano l’ubriachezza.
Il comportamento delle donne che si recano ai banchetti all’inizio è moderato; poi si tolgono anche le sopravvesti esterne e a poco a poco profanano il pudore; alla fine gettano via gli ultimi velami dei corpi.
E questo disonore1 non è esclusivo delle meretrici, ma delle matrone e delle vergini, presso le quali la nudità del corpo è considerata disinibizione.
L’esercito di Alessandro si saziò per trentaquattro giorni tra queste vergogne.
1 Qui il libro contiene un errore, perché nel testo originario c’è “dedecus” (disonore) al posto di “decus” (decoro).