Fiera risposta degli Spartani a Serse
Autore
Diodoro Siculo
Libro
γραφίς
La versione inizia con:
Τῶν δὲ Περσῶν κατεστρατοπεδευκότων…
La versione termina con:
…ἀλλὰ δι’ἀρετὴν κτᾶσθαι χώραν
Traduzione
Essendosi i Persiani accampati presso il fiume Spercheo, Serse inviò degli ambasciatori alle Termopili, in modo che allo stesso tempo osservassero che sentimento avessero (i Greci) riguardo alla guerra contro di lui; ordinò loro di annunciare che il re Serse ordinava che tutti deponessero le armi, che tornassero indenni in patria e che fossero alleati dei Persiani; e fece dire loro1 che, se avessero fatto queste cose, avrebbe dato ai Greci una regione più grande e più bella di quella abitata in quel momento da loro.
Leonida e i suoi (letteralmente quelli intorno a Leonida), dopo avere ascoltato gli ambasciatori, risposero che, anche alleandosi con il re, (gli) sarebbero stati più utili con le armi2 e (che), se fossero stati costretti a fare la guerra, avrebbero combattuto più nobilmente per la libertà con queste; riguardo alla regione che prometteva di dare (risposero) che è abitudine per i Greci conquistare una terra non per vigliaccheria, ma per valore.
1 Agli Spartani.
2 Il senso di questa frase è che gli Spartani risposero ironicamente a Serse che, se avessero deposto le armi, non gli sarebbero stati molto utili.