I Galli all’assedio di Chiusi
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Libro
Il nuovo Latina Lectio
La versione inizia con:
Constat anno trecentesimo sexagesimo sexto…
La versione termina con:
…aliter pacem impetrari non posse
Traduzione
È risaputo che trecentosessantasei anni dopo la fondazione di Roma (letteralmente nel trecentosessantaseiesimo anno da Roma fondata) i Galli Senoni, che abitavano nella Gallia Traspadana, giunsero a Chiusi e cinsero d’assedio questa città.
Gli abitanti di Chiusi, spaventati da questa nuova guerra, vedendo la moltitudine e le insolite figure degli uomini e il nuovo genere di armi e sapendo per sentito dire che spesso le legioni degli Etruschi erano state sconfitte da questi al di qua e al di là del Po, nonostante non avessero (letteralmente a loro non fosse) alcun patto di alleanza e di amicizia con i Romani, tuttavia mandarono degli ambasciatori a Roma, affinché chiedessero aiuto al senato.
Non fu ottenuto alcun aiuto (letteralmente riguardo all’aiuto non fu ottenuto nulla); tuttavia, il senato mandò i tre figli di Marco Fabio in qualità di ambasciatori ai Galli, affinché trattassero in nome del popolo romano e chiedessero loro di non attaccare gli alleati e gli amici del popolo romano, dai quali non avevano ricevuto alcun oltraggio.
Dopo che ebbero sentito queste cose, i Galli risposero che non avrebbero rifiutato (letteralmente di non rifiutare) la pace che i Romani offrivano, se gli abitanti di Chiusi avessero concesso loro1, che erano privi di terra, una parte dei propri territori; (risposero che) altrimenti non avrebbero potuto ottenere la pace (letteralmente non potevano ottenere la pace).
1 Cioè ai Galli.