Generosità di Alessandro
Autore
Plutarco
Libro
γραφίς
La versione inizia con:
Φύσει δ’ὢν μεγαλοδωρότατος, ἔτι μᾶλλον…
La versione termina con:
…ἐπὶ τὴν σκηνήν, ἑαυτῷ τοῦτο κομίσας
Traduzione
Pur essendo generosissimo di natura, lo fu (letteralmente si lasciò andare a questa cosa) ancora di più, quando aumentavano le (sue) ricchezze; e c’era (in lui) l’amabilità con cui (letteralmente con cui sola) quelli che danno si rendono graditi per davvero.
Ne ricorderò pochi.
Aristone, capo dei Peoni, dopo avere ucciso un nemico e avergli mostrato1 la testa, disse: “Re, questo da noi viene ricompensato con una tazza d’oro (letteralmente vale il dono di una tazza d’oro)”.
Alessandro, avendo riso, disse: “Sicuramente (una tazza) vuota, ma io berrò con te da una piena di vino puro per poi donartela”.
Uno dei tanti Macedoni spingeva un mulo, che trasportava l’oro del re; poiché l’animale era stanco, egli, avendo sollevato il carico, lo trasportava.
Il re dunque, avendo visto che quello era parecchio appesantito ed essendo venuto a conoscenza della faccenda, (gli) disse, mentre stava per depositarlo: “Non cedere, ma percorri ancora la strada rimanente fino alla tua tenda, portando questo2 per te”.
1 Averla mostrata cioè ad Alessandro.
2 Cioè l’oro.