Un gesto cavalleresco
Autore
Curzio Rufo
Libro
Il nuovo Latina Lectio
La versione inizia con:
Igitur, cum tempestivis conviviis dies…
La versione termina con:
…ut reperto coniugem redderet
Traduzione
Dunque, poiché trascorreva ugualmente i giorni e le notti in banchetti prolungati, interrompeva la sazietà dei conviti con dei giochi, non contento della folla di artisti che aveva fatto venire dalla Grecia; infatti, alle prigioniere veniva ordinato di intonare secondo il proprio costume un canto inelegante e inadatto a orecchie straniere.
Il re stesso vide tra queste una più triste rispetto alle altre, che si opponeva con ritegno a quelli che la conducevano avanti.
Era stupenda e il pudore ne abbelliva l’aspetto (letteralmente era straordinaria d’aspetto e il pudore abbelliva l’aspetto); abbassati gli occhi a terra e, per quanto era possibile, coperto il volto, diede al re l’impressione di essere troppo nobile per dovere esibirsi in spettacoli conviviali (letteralmente destò nel re il sospetto di essere troppo nobile per mostrarsi durante spettacoli conviviali).
Pertanto, essendole stato chiesto chi mai fosse, rispose di essere la nipote di Oco, che poco tempo prima aveva regnato sui Persiani, nata da suo figlio; (e rispose) di essere stata moglie di Istaspe.
Costui era stato parente di Dario e per di più comandante di un grande esercito.
Rimanevano ancora nell’animo del re lievi tracce dell’antico carattere.
E così, rispettando la sorte di una (donna) nata da stirpe regale e un nome così celebre, ordinò non solo che la prigioniera venisse liberata, ma anche che le fossero restituite le sue ricchezze e inoltre che venisse cercato il marito, affinché, una volta ritrovato, gli venisse restituita la moglie (letteralmente a lui che era stato trovato venisse restituita la moglie).