Latino

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Giudizi di un commensale sul padrone di casa

Autore

Petronio

Libro

Il nuovo Latina Lectio

La versione inizia con:

Conversus ad eum, qui supra me accumbebat…

La versione termina con:

…nemini invideo, si quid ei deus dedit

Traduzione

Dopo essermi girato verso quello che era disteso sopra di me, iniziai a domandare chi fosse quella donna che correva qua e là.

“(È) la moglie di Trimalchione” disse “Si chiama Fortunata, che conta le monete a staio1.

E poco fa che donna fu?

Dei servi non credo che ci sia la decima parte che conosca il proprio padrone.

Tutte le cose sono prodotte in casa: la lana, il pepe; se cercherai latte di gallina, lì lo troverai.

Insomma, gli veniva prodotta lana poco buona; comprò montoni da Taranto e li immise nel gregge.

Ordinò che venissero portate api da Atene, affinché si producesse miele attico in casa.

Fa’ attenzione poi a non disdegnare gli altri suoi compagni di affrancamento.

Sono molto sostanziosi2.

Vedi quello, che è disteso in fondo

Oggi possiede i suoi ottocento3

È venuto su dal nulla.

Poco fa era solito portare la legna in spalla (letteralmente sul proprio collo).

“Ma in che modo?” dicono.

Io non so nulla, ma ho sentito come abbia trovato un tesoro.

Io non provo invidia per nessuno, se il dio gli dà qualcosa”.

1 Cioè è talmente ricca che non conta le monete una per una, ma le misura con lo staio, un recipiente che veniva usato per i cereali (e che presso i Romani costituiva un’unità di misura).

2 Cioè ricchi.

3 La parola octingenta è un’abbreviazione per “octingenta milia sestertiorum” (cioè “ottocentomila sesterzi”).