Imprese di Eracle
Autore
Isocrate
Libro
γραφίς
La versione inizia con:
Ἐκεῖνος γὰρ ὁρῶν τὴν Ἑλλάδα πολέμων…
La versione termina con:
…ὅρους δὲ τῆς τῶν Ἑλλήνων χώρας
Traduzione
Quello infatti, vedendo che la Grecia era piena di guerre, di conflitti e di molti altri mali, dopo che ebbe fatto cessare queste cose ed ebbe riconciliato le città le une con le altre, mostrò ai posteri insieme a chi e contro chi (letteralmente insieme a quali e contro i quali) bisognasse fare le guerre.
Infatti, dopo che ebbe condotto una spedizione contro Troia, che aveva allora il potere maggiore tra i popoli dell’Asia, si distinse nel comando militare da quelli che in seguito combatterono contro questa stessa città a tal punto che quelli con tutta la potenza dei Greci la espugnarono a fatica in dieci anni, mentre egli, avendo combattuto per meno di dieci giorni (letteralmente per giorni inferiori a così tanti anni) e insieme a pochi, la conquistò con la forza facilmente.
E dopo queste cose uccise tutti i re dei popoli che abitavano la costa su entrambi i lati della terraferma; e non li avrebbe mai uccisi, se non avesse sconfitto anche il loro esercito.
Dopo che ebbe fatto queste cose, eresse le colonne dette di Eracle1 come trofeo della vittoria sui barbari (letteralmente dei barbari), come ricordo del suo valore e dei pericoli, come confine del territorio dei Greci.
1 Le colonne d’Ercole (in italiano hanno mantenuto il nome latino dell’eroe e non quello greco) corrispondono oggi allo stretto di Gibilterra.