L’infelice vita del tiranno (Gymnasion 1)
Traduzione della versione L’infelice vita del tiranno di Senofonte del libro Gymnasion 1:
Ti dico, Simonide, un’altra grave sventura dei tiranni.
I tiranni conoscono infatti i disciplinati1, i sapienti e i giusti non meno (letteralmente niente affatto meno) dei cittadini privati.
Temono però questi, invece di amarli: i coraggiosi, che osino (fare) qualcosa per la libertà; i sapienti, che tramino qualcosa; i giusti, che il popolo desideri essere comandato da loro.
Qualora eliminino per paura tali (persone), quali altre rimangono di cui possano servirsi2 (letteralmente quali altri sono lasciati a loro da usare), se non gli ingiusti, gli smoderati e i servili?
Mi sembra dunque che sia grave anche questa sventura, ritenere persone oneste alcuni (letteralmente ritenere onesti uomini alcuni), ma essere costretti a servirsi di altri.
1 Va bene anche “gli educati” (come indica il vocabolario del libro), ma la traduzione riportata sopra sta meglio.
2 Una traduzione ancora più libera potrebbe essere “di chi altro possono servirsi, se non degli…”.