Lettera di Cicerone dall’esilio
Autore
Cicerone
Libro
Il nuovo Latina Lectio
La versione inizia con:
Cicero Attico salutem. Ex tuis litteris plenus sum…
La versione termina con:
…necesse esse me quam proxime Italiam esse
Traduzione
Cicerone saluta Attico.
In seguito alla tua lettera sono curioso di sapere che cosa voglia fare di noi Pompeo (letteralmente sono pieno di curiosità riguardo a Pompeo su che cosa voglia riguardo a noi).
Credo infatti che le elezioni si siano tenute; essendo queste terminate, scrivi che gli è sembrato opportuno che si discutesse di noi.
Se ti sembra che io sia sciocco, poiché spero, faccio ciò su tuo ordine, anche se so che tu con le tue lettere sei solito trattenere me e le mie speranze.
Ora vorrei che mi scrivessi apertamente il tuo punto di vista (letteralmente che cosa vedi).
So che noi siamo incorsi in questa tribolazione a causa dei nostri numerosi errori.
Se qualche evento correggerà in parte questa tribolazione, sopporteremo meno spiacevolmente di essere rimasti in vita e di vivere tuttora (letteralmente fino a questo momento).
Io non mi sono mosso da Tessalonica a causa della quotidiana attesa di novità.
Non sono andato in Epiro, come avevo scritto, perché improvvisamente mi sono giunte notizie in base a cui ho ritenuto che non fosse necessario che fossi il più vicino possibile all’Italia.