Il lupo e l’agnello
Autore
Esopo
Libro
γραφίς
La versione inizia con:
Λύκος θεασάμενος ἄρνα ἀπό τινος ποταμοῦ…
La versione termina con:
…οὐδὲ δικαία ἀπολογία ἰσχύει
Traduzione
Un lupo, avendo visto un agnello che beveva da un fiume, decise di divorarlo con una valida motivazione.
Perciò, essendosi posizionato più in alto, lo accusava di sporcare l’acqua e di non permettere che bevesse.
Poiché tuttavia questo diceva che beveva con la punta delle labbra e che d’altronde non (era) possibile per lui, che si trovava più in basso, intorbidire l’acqua in alto, il lupo, avendo perso questa motivazione, disse: “Ma l’anno scorso insultasti mio padre”.
Avendo quello risposto che in quel tempo non era ancora nato, il lupo gli disse: “Anche se ti difendi bene con le tue risposte, io ti mangerò lo stesso (letteralmente se dunque tu sei provvisto di difese, nondimeno io ti mangerò)”.
Il racconto mostra che neanche una giusta difesa funziona con quelli che intendono commettere ingiustizia (letteralmente per i quali il proposito è commettere ingiustizia).