Il massacro degli Ateniesi nel fiume Assinaro
Autore
Tucidide
Libro
γραφίς
La versione inizia con:
Νικίας δ’ἐπειδὴ ἡμέρα ἐγένετο ἦγε…
La versione termina con:
…τε τοὺς πολλοὺς ἀσμένους
Traduzione
Nicia, dopo che si fu fatto giorno, conduceva l’esercito; tuttavia, i Siracusani e gli alleati premevano allo stesso modo da ogni parte, ferendoli e colpendoli con le frecce.
E gli Ateniesi si dirigevano in fretta verso il fiume Assinaro, costretti allo stesso tempo dall’attacco sferrato su ogni lato da molti cavalieri e dal resto del contingente (letteralmente dall’attacco da ogni parte di molti cavalieri e del resto del contingente), poiché credevano che sarebbe stato più facile per loro, se avessero attraversato il fiume, sia per la sofferenza sia per il desiderio di bere1.
Quando furono presso di esso, si gettarono disordinatamente (letteralmente senza più alcun ordine), ma ciascuno voleva attraversarlo per primo e i nemici, premendo, rendevano ormai difficile l’attraversamento; essendo costretti infatti a procedere compatti, cadevano gli uni sugli altri e si calpestavano e a causa dei giavellotti e degli equipaggiamenti alcuni morivano subito, altri, impigliandosi, venivano trascinati via2.
I Siracusani, dopo essersi appostati sull’altra riva del fiume (era infatti scoscesa), colpivano dall’alto gli Ateniesi, che per la maggior parte bevevano felici.
1 Cioè avrebbero potuto nascondersi per riprendersi dalla fatica dello scontro e allo stesso tempo dissetarsi bevendo l’acqua del fiume.
2 Dalla corrente del fiume.