Mentalità e costumi diversi nei vari popoli
Autore
Cicerone
Libro
Il nuovo Latina Lectio
La versione inizia con:
Si quis, invectus alitum anguium curru…
La versione termina con:
…terram, quae oleam frugesve ferret
Traduzione
Se qualcuno, trasportato da un carro di serpenti alati, potesse guardare dall’alto e osservare con gli occhi i numerosi e vari popoli, vedrebbe innanzitutto che presso quel popolo incorrotto degli Egiziani, che conserva nei monumenti la memoria di parecchie epoche e avvenimenti, un bue viene ritenuto un dio, che chiamano Api, e (vedrebbe) che presso di loro molte altre creature e bestie di ogni genere sono state divinizzate (letteralmente sono state eternate nel numero degli dei).
Poi (vedrebbe che) in Grecia, così come presso di noi, sono stati consacrati magnifici templi a statue umane.
Si dice che per questo motivo Serse ordinò che i templi degli Ateniesi venissero incendiati, poiché riteneva sacrilego che gli dei, la cui dimora è quest’intero universo, fossero tenuti rinchiusi all’interno di pareti.
Quanti popoli come i Tauri, come gli Egiziani sotto il re Busiride, come i Galli, come i Cartaginesi considerarono una cosa pia e graditissima agli dei immortali immolare gli uomini!
In realtà le regole di vita sono così diverse che i Cretesi e gli Etoli considerano onorevole rubare, gli Spartani affermarono che tutte le terre che potevano toccare con una freccia erano loro.
Gli Ateniesi erano soliti giurare anche pubblicamente che tutta la terra che produceva ulivo o cereali era loro.