Migrazioni di intere popolazioni
Autore
Seneca
Libro
Il nuovo Latina Lectio
La versione inizia con:
Gentes populique universi mutaverunt sedem…
La versione termina con:
…quam etiam nunc indigenae incolant
Traduzione
Tutte le genti e i popoli cambiarono sede.
In Asia ci sono colonie degli Ateniesi.
Tutta la costa dell’Italia che è bagnata dal mare Inferiore1 fu una Grecia più grande2.
I Tirii abitano l’Africa, i Cartaginesi la Spagna; i Greci si spinsero in Gallia.
Il mare inghiottì alcune genti, mentre si dirigevano in luoghi sconosciuti; altre si stabilirono là dove le fece sbarcare la mancanza di ogni cosa.
E non tutti lasciarono la patria o ne cercarono un’altra per lo stesso motivo (letteralmente e non tutti ebbero lo stesso motivo di lasciare o cercare la patria).
Le distruzioni delle loro città spinsero via alcuni, una rivolta interna allontanò altri, una pestilenza o numerosi terremoti (letteralmente movimenti delle terre) scacciarono altri ancora; la notizia di una regione fertile attirò alcuni.
Se ne andarono dalla propria casa chi per un motivo, chi per un altro (letteralmente allontanò dalla sua casa chi un motivo, chi un altro); in ogni caso è evidente questa cosa: che nessuno rimase nello stesso luogo.
In un mondo così grande ogni giorno qualcosa si trasforma; vengono gettate le fondamenta di nuove città (letteralmente nuove fondamenta di città).
A fatica insomma troverai qualche terra che i nativi abitano ancora adesso.
1 Si tratta del mar Tirreno.
2 Il senso della frase è che l’Italia meridionale ospitò moltissime colonie greche (non a caso prese il nome di Magna Grecia).