Un miserando corteo di prigionieri
Autore
Curzio Rufo
Libro
Il nuovo Latina Lectio
La versione inizia con:
Iam haud procul ab urbe erant, cum miserabile…
La versione termina con:
…liberosque, quos in patria reliquissent
Traduzione
Erano ormai non lontano dalla città, quando una schiera miserevole andò incontro ad Alessandro.
Erano prigionieri greci, che i Persiani avevano sottoposto a varie torture.
I Persiani li avevano mandati via per scherno amputando e bruciando ad alcuni i piedi, ad altri le mani e le orecchie (letteralmente avevano mandato via per scherno alcuni con i piedi, alcuni con le mani e le orecchie amputate e bruciate) e non avevano impedito che andassero incontro ad Alessandro.
Sembravano insoliti fantasmi, non uomini, e non poteva essere riconosciuta in loro alcuna cosa a eccezione della voce.
Dunque, suscitarono nei Macedoni più lacrime di quante ne versassero essi stessi.
Infatti, in una sorte tanto diversa e varia dei singoli non poteva essere chiaro chi fosse il più miserevole.
Alessandro, asciugate le lacrime che aveva versato, li esortò a farsi coraggio (letteralmente ad avere un animo valoroso), dicendo che avrebbero visto le proprie città e le mogli e i figli che avevano lasciato in patria.