Il naufrago e il mare
Autore
Esopo
Libro
γραφίς
La versione inizia con:
Ναυαγὸς ἐκβρασθεὶς εἰς τὸν αἰγιαλὸν…
La versione termina con:
…τοὺς δὲ τούτοις ἐπιστατοῦντας
Traduzione
Un naufrago, gettato sulla spiaggia, dormiva per la fatica.
Poco dopo, essendosi alzato, appena vide il mare, lo rimproverava, poiché seduceva gli uomini con la serenità dell’aspetto, poi li accoglieva e, diventando agitato, (li) uccideva.
Quello, dopo essersi reso simile a una donna, gli disse: “Però (letteralmente ma, ehi tu) non rimproverare me, ma i venti.
Io infatti per natura sono come (letteralmente tale quale) mi vedi anche adesso; quelli, abbattendosi all’improvviso su di me, (mi) riempiono di onde e mi agitano”.
E dunque è necessario che anche noi non incolpiamo per le ingiustizie quelli che (le) compiono, qualora obbediscano ad altri, ma quelli che sono a capo di questi.