Greco

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Onori resi a Pelopida dopo la sua morte

Autore

Plutarco

Libro

γραφίς

La versione inizia con:

Τὸ μὲν οὖν Θηβαίων τοὺς παρόντας…

La versione termina con:

…ὑπὸ τοῦ τυράννου καὶ καταδεδουλωμένων

Traduzione

Non era molto sorprendente dunque il fatto che quelli tra i Tebani che erano stati presenti alla morte di Pelopida (la) sopportassero a stento, definendolo padre e salvatore e maestro delle cose più importanti e più belle; i Tessali e gli alleati, dopo avere superato con delle deliberazioni qualsiasi onore concesso al valore umano, dimostrarono ancora di più con le emozioni la gratitudine per l’eroe. 

Dicono che quelli che erano stati presenti alla battaglia non deposero le corazze né tolsero il freno al cavallo né si bendarono prima le ferite, quando seppero della morte di quello, ma, andando accalorati con le armi dal morto, come se fosse cosciente, ammucchiarono le spoglie dei nemici in cerchio intorno al corpo, rasarono i cavalli, si rasarono anche essi stessi, (e) molti, andando verso le tende, non accesero il fuoco né presero il cibo, ma c’era un silenzio e uno scoramento di tutto l’accampamento, come se non avessero vinto una battaglia illustrissima e importantissima, ma fossero stati sconfitti dal tiranno e resi schiavi.