Gli oratori politici e i loro sostenitori
Autore
Cicerone
Libro
Il nuovo Latina Lectio
La versione inizia con:
Antiquis temporibus illi, qui populares…
La versione termina con:
…ne quid peccasset pertimescebat
Traduzione
Nei tempi antichi quelli che erano democratici certamente trovavano un ostacolo negli uomini autorevoli e nobili, ma godevano della stima del popolo e di ogni manifestazione di consenso.
A costoro si applaudiva in teatro, costoro raggiungevano con i voti i propri obiettivi (letteralmente conseguivano con i voti ciò che avevano domandato), di costoro gli uomini amavano il nome, l’eloquenza, il volto, il portamento.
Quelli che al contrario si opponevano a costoro erano considerati uomini autorevoli e importanti, avevano molto potere in senato, moltissimo presso i conservatori; ma non erano graditi alla moltitudine, il loro volere spesso era ostacolato per mezzo dei voti.
In realtà, se qualcuno di loro talvolta riceveva (letteralmente aveva ricevuto) un applauso, temeva di avere sbagliato qualcosa1.
1 Se qualcuno della fazione nobiliare veniva applaudito dalla plebe, probabilmente aveva detto, senza accorgersene, qualcosa che andava contro i propri interessi.