Greco

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La pace di Antalcida (1)

Autore

Senofonte

Libro

γραφίς

La versione inizia con:

Οἱ οὖν Ἀθηναῖοι, ὁρῶντες μὲν πολλὰς τὰς πολεμίας…

La versione termina con:

…εἰρήνην καταπέμποι, ταχέως πάντες παρεγένοντο

Traduzione

Gli Ateniesi dunque, vedendo molte navi nemiche, poiché temevano di essere sbaragliati come in precedenza, dato che gli Spartani avevano il re1 come alleato, essendo inoltre oppressi dai pirati da Egina, per questi ragioni desideravano con forza la pace.

A propria volta gli Spartani, che con una divisione militare facevano la guardia a Lecheo e con una divisione militare sorvegliavano a Orcomeno le città sia in cui avevano fiducia, affinché non fossero distrutte, sia in cui non avevano fiducia, affinché non si ribellassero, avendo inoltre problemi e creandone nei pressi di Corinto, si sentivano oppressi dalla guerra (letteralmente sopportavano con difficoltà a causa della guerra).

Gli Argivi, sapendo che era stata organizzata una spedizione contro di loro e comprendendo che il pretesto dei mesi2 non li avrebbe più aiutati in alcun modo, erano anch’essi propensi alla pace.

Dunque, dopo che Tiribazo ebbe esortato coloro che desideravano ascoltare le proposte di pace del re (letteralmente la pace che il re proponeva) a presentarsi, tutti si presentarono in fretta.

1 Il re persiano.

2 Dato che ogni città greca celebrava le proprie festività religiose, durante le quali non si poteva combattere, in un periodo diverso rispetto alle altre, accadeva spesso che la celebrazione di una festa religiosa venisse usata come pretesto per rimandare il tempo della battaglia (come avevano fatto in questo caso gli Argivi).