Greco

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I pretendenti di Elena

Autore

Isocrate

Libro

γραφίς

La versione inizia con:

Μετὰ γὰρ τὴν Θησέως εἰς Ἅιδου κατάβασιν…

La versione termina con:

…οὐδεὶς αὐτῶν διήμαρτεν

Traduzione

Infatti, dopo la discesa di Teseo nell’Ade, essendo quella1 tornata a Sparta e avendo raggiunto l’età per il matrimonio (letteralmente per essere presa in sposa), tutti quanti i re del tempo e i potenti ebbero lo stesso parere su di lei; infatti, pur essendo possibile per loro prendere nelle proprie città le donne che primeggiavano, avendo disdegnato le nozze in patria, vennero a chiederla in sposa.

Poiché non era ancora stato scelto quello destinato a vivere con lei, ma tutti avevano ancora le stesse possibilità (letteralmente la sorte era ancora comune), fu talmente chiaro a tutti che (Elena) sarebbe stata oggetto di contesa che, dopo essersi riuniti, giurarono che senza dubbio si sarebbero portati aiuto l’un l’altro, se qualcuno l’avesse portata via a quello giudicato degno di averla, ritenendo ciascuno di preparare questo soccorso per sé.

Dunque, le speranze di tutti furono deluse (letteralmente tutti furono delusi nella propria speranza) a eccezione di un solo uomo, tuttavia nessuno di loro si sbagliava circa la comune opinione che si erano fatti di quella2.

1 Cioè Elena.

2 L’idea che si erano fatti di Elena, immaginata come una donna bellissima e di natura divina, corrispondeva cioè alla realtà.