Un prodigio favorevole agli Etruschi
Autore
Dionigi di Alicarnasso
Libro
γραφίς
La versione inizia con:
Οἱ δὲ Τυρρηνοὶ ἔτι μᾶλλον ἐπήρθησαν…
La versione termina con:
…ὁμόσε τοῖς πολεμίοις παρῄνουν
Traduzione
Gli Etruschi furono incitati ancora di più al disdegno dell’esercito avversario e al disprezzo dei consoli, poiché ritenevano che anche la divinità combattesse insieme a loro.
Un fulmine infatti, dopo essersi abbattuto sul quartier generale di uno dei due consoli, Gneo Mallio, bruciò la tenda e rovesciò il focolare e delle armi da guerra alcune le sporcò, altre le bruciò, altre ancora le distrusse del tutto; uccise anche il più vigoroso dei suoi cavalli, del quale si era servito per le gare, e (uccise) alcuni dei servi.
Poiché gli indovini dicevano che gli dei preannunciavano la conquista dell’accampamento e la perdita degli uomini più illustri, Mallio, dopo avere fatto alzare l’esercito, lo conduceva intorno a mezzanotte verso l’altro accampamento e lo fece accampare insieme al collega1.
Gli Etruschi dunque, avendo saputo della partenza del console e avendo sentito da alcuni prigionieri per quali ragioni fosse successo, si esaltarono ancora di più per le aspettative, poiché la divinità combatteva contro i Romani, e avevano una grande speranza di sconfiggerli; anche gli indovini, che si ritiene abbiano esaminato le regioni celesti più accuratamente di quelli in qualche altro luogo2, (controllando) da dove nascano le scariche dei fulmini e quali luoghi li ricevano dopo che i colpi sono partiti (letteralmente dopo i colpi che partono), a quale degli dei sia attribuito ciascuno3 e di quali beni o mali (siano) rivelatori, esortavano ad andare insieme contro i nemici.
1 Cioè con l’altro console.
2 Cioè di altri indovini.
3 Ogni fulmine corrispondeva in base alla forma a un dio.