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Le proposizioni oggettive

Le proposizioni oggettive in latino rappresentano una delle tre funzioni che può assumere una proposizione dichiarativa (insieme alle proposizioni soggettive e alle proposizioni epesegetiche) e si chiamano così perché fungono da complemento oggetto del verbo reggente.

Si costruiscono in questo modo:

Forma esplicita

  • Quod + Indicativo

Consul omisit quod milites fugerant

Il console omise che i soldati erano fuggiti

Qui il fatto che i soldati siano fuggiti è ciò che il console ha omesso (quindi il complemento oggetto del verbo reggente). Come possiamo notare, la forma esplicita non presenta particolari difficoltà di traduzione, perché possiede la stessa struttura dell’italiano; ci basterà quindi analizzare le singole parole che abbiamo davanti e tradurre in sequenza la frase reggente, la congiunzione (cioè quod) e la frase oggettiva.

Forma implicita

Se invece l’oggettiva si trova in forma implicita, il processo non è così immediato; tuttavia, con alcuni accorgimenti la traduzione si rivelerà meno complessa di quanto pensiamo.

In forma implicita le oggettive si costruiscono con il soggetto in accusativo e il verbo all’infinito (non sono introdotte da alcuna congiunzione):

Puto inimicos strenue pugnare

Ritengo che i nemici combattano con valore

Quando ci troviamo di fronte a un’oggettiva in forma implicita, occorre tradurre la frase reggente (in questo caso puto), metterle subito dopo che, tradurre l’accusativo (che è il soggetto dell’oggettiva) e infine tradurre il verbo all’infinito:

PutoRitengo
Che
InimicosI nemici
Strenue pugnareCombattano
StrenueCon valore

Naturalmente può capitare che all’interno dell’oggettiva ci siano anche altri elementi oltre all’accusativo e all’infinito, ma l’importante è seguire in ogni caso questo procedimento, in modo da ridurre al minimo il rischio di sbagliare la traduzione (dopo avere tradotto l’accusativo e l’infinito ci occuperemo cioè di tutto il resto).

Le proposizioni oggettive con l’accusativo e l’infinito vengono chiamate infinitive oggettive.

Con che tempo dobbiamo tradurre l’infinito? In linea di massima, l’infinito presente esprime contemporaneità (per cui in italiano lo tradurremo con un tempo che faccia svolgere l’azione della soggettiva nello stesso momento dell’azione della reggente), l’infinito perfetto esprime anteriorità (per cui in italiano lo tradurremo con un tempo che faccia svolgere l’azione della soggettiva prima dell’azione della reggente) e l’infinito futuro esprime posteriorità (per cui in italiano lo tradurremo con un tempo che faccia svolgere l’azione della soggettiva dopo l’azione della reggente):

Puto inimicos strenue pugnare

Puto inimicos strenue pugnavisse

Puto inimicos strenue pugnaturos esse

Ritengo che i nemici combattano con valore

Ritengo che i nemici abbiano combattuto con valore

Ritengo che i nemici combatteranno con valore

Ovviamente il modo che utilizziamo dipende da quello richiesto dal verbo reggente in italiano (ad esempio, ritengo regge il congiuntivo, mentre so regge l’indicativo).

Per riassumere

Le proposizioni oggettive si costruiscono in questo modo:

Forma esplicita

  • Quod + Indicativo

Forma implicita

  • Accusativo + Infinito

Attenzione

Le proposizioni oggettive sono perlopiù introdotte da verbi che significano dire, pensare, ritenerecredere.

Quando l’oggettiva è in forma implicita, cioè è un’infinitiva, il soggetto in accusativo viene sempre espresso, anche se è lo stesso del verbo reggente (in questo caso viene usato il pronome riflessivo se):

Consul dixit milites strenue pugnavisse

Il console disse che i soldati avevano combattuto con valore

Consul dixit se strenue pugnavisse

Il console disse che aveva combattuto con valore

Se il soggetto dell’infinitiva è di 3a persona, ma non è lo stesso del verbo reggente, vengono usati i pronomi eum, eam, id e eos, eas, ea (a seconda che il soggetto sia singolare o plurale e maschile, femminile o neutro) al posto di se:

Caesar dixit se urbem expugnavisse

Cesare disse che aveva espugnato la città

Caesar vidit Pompeium et dixit eum urbem expugnavisse

Cesare vide Pompeo e disse che egli aveva espugnato la città

Nel primo caso il soggetto dell’infinitiva è Cesare, nel secondo invece Pompeo.