Le proposizioni subordinate in greco
Che cos’è una proposizione subordinata? E quali sono le proposizioni subordinate in greco?
Una proposizione subordinata è una frase che non ha un significato autonomo e che quindi dipende da un’altra frase:
Quando ci siamo incontrati, siamo andati di corsa al tempio.
La proposizione subordinata (quando ci siamo incontrati) non può stare da sola, perché non avrebbe un senso compiuto, cosa che invece accade con l’altra.
Le proposizioni subordinate in greco si dividono in attributive, circostanziali e completive:
Attributive
Circostanziali
Relative improprie
Temporali
Causali
Concessive
Finali
Consecutive
Comparative
Modali
Limitative
Eccettuative
Completive
Dichiarative
Volitive
Interrogative indirette
Le proposizioni subordinate possono essere esplicite, se utilizzano un modo finito (indicativo, congiuntivo, ottativo, imperativo), oppure implicite, se utilizzano un modo indefinito (infinito, participio).
Relative proprie
Pronome / Aggettivo / Avverbio relativo + Indicativo
ὁ φιλόσοφος ὃς γελᾶ δύο θυγατέρας ἔχει
Il filosofo che ride ha due figlie
Talvolta al posto dell’indicativo può essere usato il congiuntivo con ἄν (per dare una sfumatura di eventualità) o l’ottativo (quando la frase principale presenta un tempo storico).
Relative improprie
Le relative improprie sono proposizioni relative che hanno funzione di:
- proposizione finale
- proposizione consecutiva
- proposizione concessiva
- proposizione causale
Si costruiscono come le relative proprie (pronome, aggettivo o avverbio relativo), ma il modo del verbo che cambia a seconda del loro valore:
Valore finale
Indicativo futuro
ὁ στρατηγὸς προσήρχετο ὃς ἀκούσει
Il soldato si avvicinava per ascoltare
Valore consecutivo
Indicativo / Ottativo
ὁ πολίτης οὕτως σοφὸς ἦν ὃν πάντες ἀεὶ ἐτίμων
Il cittadino era così saggio che tutti lo onoravano sempre
Valore concessivo
Indicativo
οἱ θεοὶ τὸν βασιλέα οὐκ ἔσῳζον ὃς ἀγαθὸς ἦν
Gli dei non salvarono il re, nonostante fosse buono
Valore causale
Indicativo
ὁ στρατηγὸς ἔπεμψε τοὺς πεζοὺς οἳ κράτιστοι ἦσαν
Il comandante inviò i fanti, poiché erano i più forti
Temporali
Le proposizioni temporali possono essere costruite sia in forma esplicita sia in forma implicita:
Esplicite
Per esprimere contemporaneità (quando)
ὅτε / ὁπότε / ὡς + Indicativo
Per esprimere anteriorità (dopo che)
ἐπεί / ἐπειδή + Indicativo
Per esprimere posteriorità (prima che)
πρίν + Indicativo
Implicite
Participio congiunto
Genitivo assoluto
πρίν + Infinito (il soggetto della temporale è in accusativo)
Causali
Poiché fa freddo, sono rientrato in casa.
Le proposizioni causali possono essere costruite sia in forma esplicita sia in forma implicita:
Esplicite
ὅτι / διότι / ὡς / ἐπεί / ἐπειδή + Indicativo
Relativa impropria
Implicite
Participio congiunto
Genitivo assoluto
Concessive
Nonostante sia arrivata l’estate, continua a piovere.
Le proposizioni concessive possono essere costruite sia in forma esplicita sia in forma implicita:
Esplicite
εἰ καί / καί εἰ + Indicativo
ἐὰν καί / καί ἐὰν / ἢν καί / κἄν + Congiuntivo
Implicite
Participio congiunto
Genitivo assoluto
Accusativo assoluto
Finali
L’esercito si è messo in marcia, affinché i nemici vengano sconfitti.
Le proposizioni finali possono essere costruite sia in forma esplicita sia in forma implicita:
Esplicite
ὡς / ὅπως / ἵνα
+ congiuntivo (se la reggente ha un tempo principale)
+ ottativo (se la reggente ha un tempo storico)
Relativa impropria
Tendenzialmente la relativa impropria con valore finale presenta l’indicativo futuro.
Implicite
Participio futuro (spesso preceduto da ὡς)
Infinito sostantivato
Consecutive
Sei talmente bella che vorrei sposarti.
Le proposizioni consecutive possono essere costruite sia in forma esplicita sia in forma implicita:
Esplicite
ὡς / ὥστε + Indicativo
Relativa impropria
Implicite
ὡς / ὥστε + Infinito (il soggetto della consecutiva è in accusativo)
Le consecutive sono quasi sempre anticipate da un antecedente, cioè da un elemento che serve a introdurre la particella da cui è retta la frase, ad esempio:
οὕτως | Così |
τοιοῦτος | Tale |
τοσοῦτος | Tanto grande |
Comparative
Le proposizioni comparative sono introdotte da qualsiasi elemento che possa stabilire un confronto (di maggioranza, di minoranza o di uguaglianza) con la proposizione che le regge, ad esempio:
τόσος…ὅσος | Tanto…quanto |
μᾶλλον…ἤ | Più…di quanto |
ἧττον…ἤ | Meno…di quanto |
οὕτως…ὡς | Così…come |
μᾶλλον τρέχω ἢ λέγουσιν
Corro più di quanto dicono
οὕτως τέθνηκεν ὡς βεβίωκεν
È morto così come ha vissuto
Si dividono in:
Semplici
Esprimono un paragone reale con la frase da cui dipendono e si costruiscono con:
- l’indicativo, se la reggente ha un tempo principale
- l’ottativo, se la reggente ha un tempo storico
Ipotetiche
Esprimono un paragone immaginario con la frase da cui dipendono e si costruiscono con:
- l’ottativo con ἄν, se l’ipotesi è possibile
- un tempo storico all’indicativo, se l’ipotesi è irreale
Nelle ipotetiche si aggiunge εἰ all’elemento che introduce la frase (οὕτως…ὡς diventa ad esempio οὕτως…ὡς εἰ, che significa “così…come se”).
Le comparative ipotetiche possono essere costruite anche in forma implicita con il participio o con il genitivo assoluto, che vengono tradotti in questo caso con come se seguito dal verbo al congiuntivo (ad esempio “come se andassero”); questa cosa però non capita molto spesso.
Modali
Tutti vedono il mondo come vogliono.
Le proposizioni modali esprimono il modo in cui si svolge l’azione del verbo reggente e sono introdotte da elementi che significano come o quanto (ad esempio ὡς, ὥσπερ, ὅσον, ὅσῳ) seguiti da:
- indicativo, se l’enunciato è reale
- ottativo con ἄν, se l’enunciato è possibile
Ad esempio, un enunciato reale è “tutti vedono il mondo come vogliono”, mentre un enunciato possibile è “tutti vedono il mondo come vorrebbero”.
Limitative
Le proposizioni limitative possono essere costruite sia in forma esplicita sia in forma implicita:
Esplicite
Se significano purché, sono introdotte da εἰ μονον, ἐὰν μόνον o una parola che in greco abbia questo significato.
Se significano a quanto, sono introdotte da ὅσον, ὅσα o una parola che in greco abbia questo significato.
Viene usato in entrambi i casi:
- l’indicativo o il congiuntivo, se la reggente ha un tempo principale
- l’ottativo, se la reggente ha un tempo storico
Implicite
Si traducono con a patto che e sono introdotte da ἐφ’ᾧ oppure ἐφ’ᾧτε seguiti dall’infinito.
Facciamo un esempio per ciascuno dei tre significati:
Potete prendere in prestito la macchina, purché la riportiate indietro
Mio fratello non è ancora uscito di casa, a quanto ne so
Puoi lasciare aperta la finestra, a patto che non faccia troppo freddo
Eccettuative
Puoi fare quello che vuoi, eccetto che andare al mare.
Le proposizioni eccettuative possono essere costruite sia in forma esplicita sia in forma implicita:
Esplicite
χωρὶς ἤ / πλὴν εἰ / πλὴν ὅτι + Indicativo
Implicite
χωρίς / πλήν + Infinito sostantivato
In quest’ultimo caso l’articolo che precede l’infinito è al genitivo.
Dichiarative
Accadde che il sole si eclissò.
Le proposizioni dichiarative possono essere costruite sia in forma esplicita sia in forma implicita:
Esplicite
ὡς / ὅτι
+ indicativo (se la reggente ha un tempo principale)
+ ottativo (se la reggente ha un tempo storico)
Implicite
Participio predicativo
Infinito
Le dichiarative implicite all’infinito si chiamano infinitive e si dividono in due tipi, cioè soggettive e oggettive:
- le soggettive fungono da soggetto del verbo reggente e si costruiscono con il verbo all’infinito e il soggetto al nominativo o all’accusativo. Ad esempio, in si dice che la frase introdotta da che fa da soggetto al verbo (“si dice che i barbari fossero molto bellicosi”).
- le oggettive fungono da complemento oggetto del verbo reggente e si costruiscono con il verbo all’infinito e il soggetto all’accusativo. Ad esempio, in dicono che la frase introdotta da che rappresenta il complemento oggetto del verbo, dato che il verbo ha già come soggetto sottinteso essi (“dicono che i barbari fossero molto bellicosi”).
Volitive
Le proposizioni volitive si formano in quattro modi diversi a seconda del verbo da cui sono rette:
1) Verbi che esprimono timore
Si costruiscono con μή (quando si teme che avvenga qualcosa che non si desidera) o μή οὐ (quando si teme che non avvenga qualcosa che si desidera) con:
- congiuntivo, se la reggente ha un tempo principale
- ottativo, se la reggente ha un tempo storico
φοβούμεθα μὴ ὁ κλέπτης τὰ χρήματα λαμβάνῃ
Temiamo che il ladro prenda le ricchezze
2) Verbi che esprimono attenzione
Si costruiscono con ὅπως o ὡς con:
- indicativo futuro o congiuntivo, se la reggente ha un tempo principale
- ottativo, se la reggente ha un tempo storico
εὐλαβοῦ ὅπως οἱ ἐχθροὶ τηλόθι ἔσονται
Bada che i nemici stiano lontano
3) Verbi che esprimono impedimento e rifiuto
Si costruiscono con:
- μή, se la reggente è di senso positivo (cioè non contiene una negazione)
- μή οὐ, se la reggente è di senso negativo (cioè contiene cuna negazione)
In entrambi i casi viene usato l’infinito.
ἡ νὺξ εἴργει μὴ τὴν ὁδὸν διατρέχειν
La notte impedisce di percorrere la strada
4) Verbi che esprimono volontà
Si costruiscono con l’infinito. Il soggetto:
- se è diverso da quello della reggente, è all’accusativo
- se è lo stesso della reggente, viene omesso
ὁ τύραννος ἐκέλευσε καὶ τοὺς δούλους μαχέσασθαι
Il tiranno ordinò che combattessero anche i servi
Interrogative indirette
Le proposizioni interrogative indirette si dividono in:
Semplici (la domanda è una sola)
Sono introdotte:
- dagli stessi pronomi, aggettivi, avverbi e particelle delle interrogative dirette
- dal pronome ὅστις
- da congiunzioni che significano se (εἰ, ἐάν…)
Doppie (la domanda prevede più alternative)
Sono introdotte da:
- πότερον…ἤ
- εἴτε…εἴτε
- εἰ…ἤ
Viene usato in entrambi i casi l’indicativo, se la reggente ha un tempo principale, o l’ottativo, se la reggente ha un tempo storico.