Le proposizioni subordinate in latino
Che cos’è una proposizione subordinata? E quali sono le proposizioni subordinate in latino?
Una proposizione subordinata è una frase che non ha un significato autonomo e che quindi dipende da un’altra frase:
Quando ci siamo incontrati, siamo andati di corsa al tempio
La proposizione subordinata (quando ci siamo visti) non può stare da sola, perché non avrebbe un senso compiuto, cosa che invece accade con l’altra.
Le proposizioni subordinate in latino si dividono in attributive, circostanziali e completive:
Attributive
Circostanziali
Relative improprie
Temporali
Causali
Finali
Consecutive
Concessive
Avversative
Comparative
Completive
Interrogative indirette
Dichiarative
Volitive
Le proposizioni subordinate possono essere esplicite, se utilizzano un modo finito (indicativo, congiuntivo, imperativo), oppure implicite, se utilizzano un modo indefinito (infinito, participio, supino).
Relative proprie
Pronome relativo + Indicativo
Puer quem vides canit
Il ragazzo che vedi canta
Relative improprie
Le relative improprie sono proposizioni relative che hanno funzione di:
- proposizione finale
- proposizione consecutiva
- proposizione causale
Si costruiscono come le relative proprie, ma con il congiuntivo presente (se la frase da cui dipendono ha un tempo principale) o il congiuntivo imperfetto (se la frase da cui dipendono ha un tempo storico):
Consul cucurrit qui subsidium praeberet
Il console corse per offrire aiuto
LETTERALMENTE “CHE OFFRISSE AIUTO”
Temporali
Le proposizioni temporali possono essere costruite sia in forma esplicita sia in forma implicita:
Esplicite
- Congiunzione temporale + Indicativo
Le congiunzioni temporali più frequenti sono cum (quando), simul ac (non appena), dum (mentre / finché), antequam (prima che) e postquam (dopo che).
La congiunzione temporale dum cambia significato a seconda che sia seguita dall’indicativo presente (mentre) o dal congiuntivo (finché).
Implicite
Causali
Poiché piove, me ne vado a casa.
Le proposizioni causali possono essere costruite sia in forma esplicita sia in forma implicita:
Esplicite
- Quod / Quia / Quoniam + Indicativo (se però la causa esprime il punto di vista di qualcuno, viene usato il congiuntivo)
- Relativa impropria
- Cum narrativo
Implicite
- Ablativo assoluto
- Participio congiunto
Finali
L’esercito levò un grido, affinché i nemici si spaventassero.
Le proposizioni finali possono essere costruite sia in forma esplicita sia in forma implicita:
Esplicite
- Ut / Ne + Congiuntivo presente (se la reggente ha un tempo principale) o imperfetto (se la reggente ha un tempo storico)
- Relativa impropria
Implicite
- Participio futuro
- Supino in -um (in presenza di verbi che indicano movimento)
- Gerundio / Gerundivo all’accusativo (preceduti da ad)
- Gerundio / Gerundivo al genitivo (seguiti da causa o gratia)
Consecutive
Sei talmente bella che vorrei sposarti.
Le proposizioni consecutive possono essere costruite solo in forma esplicita:
- Ut / Ut non + Congiuntivo (senza seguire la consecutio temporum)
- Relativa impropria
Nella costruzione con ut o ut non il congiuntivo non segue la consecutio temporum, nel senso che il suo tempo non è determinato da quello della frase reggente. Il modo più semplice per tradurre le consecutive è prendere il verbo latino al congiuntivo e sostituirlo in italiano con l’indicativo corrispondente:
Congiuntivo presente | → | Indicativo presente |
Congiuntivo imperfetto | → | Indicativo imperfetto |
Congiuntivo perfetto | → | Indicativo passato remoto |
Tam pulchra erat puella ut omnes eam laudarent
La ragazza era talmente bella che tutti la lodavano
Qui ad esempio il congiuntivo imperfetto latino (laudarent) diventa in italiano un indicativo imperfetto (lodavano).
Le consecutive sono quasi sempre anticipate da un antecedente, cioè da un elemento che serve a introdurre la particella da cui è retta la frase, ad esempio:
Sic | Così |
Tam | Tanto |
Tantus | Tanto grande |
Concessive
Nonostante non fossi ancora arrivato, erano già tutti pronti a combattere.
Le proposizioni concessive possono essere costruite sia in forma esplicita sia in forma implicita:
Esplicite
- Quamquam / Etsi / Tametsi + Indicativo
- Quamvis + Congiuntivo
- Cum narrativo
- Relativa impropria (raramente)
Implicite
- Ablativo assoluto
- Participio congiunto
Avversative
Ieri faceva freddo, mentre invece oggi fa caldo.
Le proposizioni avversative possono essere costruite sia in forma esplicita sia in forma implicita:
Esplicite
- Cum + Congiuntivo
- Relativa impropria (raramente)
Implicite
- Ablativo assoluto
- Participio congiunto
Comparative
Le comparative sono introdotte da qualsiasi elemento che possa stabilire un confronto (di maggioranza, di minoranza o di uguaglianza) con la proposizione che le regge.
Se si tratta di una comparazione di maggioranza o di minoranza, sono introdotte da quam (preceduto da un comparativo nella proposizione reggente):
Video pericula leviora quam timebam
Vedo pericoli più lievi di quanto temevo
Se si tratta di una comparazione di uguaglianza, sono introdotte da una di queste congiunzioni (anticipate da un antecedente nella proposizione reggente) o comunque da qualsiasi altra congiunzione con un significato simile:
Ita…ut | Così…come |
Tam…quam | Tanto…quanto |
Tantum…quantum | Tanto grande…quanto |
Tantum aberant quantum ire sagitta potest
Erano tanto lontani quanto può andare una freccia
Le comparative si dividono in:
Semplici
Esprimono un paragone reale con la frase da cui dipendono e si costruiscono con l’indicativo.
Ipotetiche
Esprimono un paragone immaginario con la frase da cui dipendono e si costruiscono con il congiuntivo.
Le comparative ipotetiche si riconoscono dal fatto che viene aggiunto si all’elemento che introduce la frase (ad esempio, ita…ut diventa ita…ut si, che significa “così…come se”).
Interrogative indirette
Le proposizioni interrogative indirette si dividono in:
Semplici (la domanda è una sola)
Sono introdotte dagli stessi pronomi, aggettivi, avverbi e particelle delle interrogative dirette.
Cupio scire quid agas
Desidero sapere che cosa fai
Doppie (la domanda prevede più alternative)
Sono introdotte da utrum o -ne e presentano an tra un’alternativa e l’altra:
Pater meus quasivit a me mallemne proficisci an manere
Mio padre mi chiese se preferissi partire o rimanere
Si utilizza in entrambi i casi il congiuntivo secondo la consecutio temporum.
Dichiarative
Accadde che gli eserciti si scontrarono.
Le proposizioni dichiarative possono essere costruite sia in forma esplicita sia in forma implicita:
Esplicite
- Ut / Ut non + Congiuntivo (secondo la consecutio temporum)
- Quod + Indicativo
Implicite
- Infinito
Le dichiarative implicite all’infinito si chiamano infinitive e si dividono in tre tipi, cioè soggettive, oggettive ed epesegetiche:
Le soggettive fungono da soggetto del verbo reggente e si costruiscono con il verbo all’infinito e il soggetto al nominativo o all’accusativo.
Ad esempio, in si dice che la frase introdotta da che fa da soggetto al verbo (si dice che il miele faccia bene alla salute).
Le oggettive fungono da complemento oggetto del verbo reggente e si costruiscono con il verbo all’infinito e il soggetto all’accusativo.
Ad esempio, in dicono che la frase introdotta da che rappresenta il complemento oggetto del verbo, dato che il verbo ha già come soggetto sottinteso essi (dicono che il miele faccia bene alla salute).
Le epesegetiche sviluppano meglio quanto anticipato nella reggente e si costruiscono con il verbo all’infinito e il soggetto all’accusativo.
Ad esempio, in questo so, che la frase introdotta da che serve a spiegare ciò che viene preannunciato nella reggente (questo so, che abbiamo agito nell’interesse di tutti).
Volitive
Le proposizioni volitive si costruiscono in quattro modi diversi a seconda del verbo da cui sono rette:
Verbi che esprimono volontà
Ut / Ne
Verbi che esprimono attenzione
Ut / Ne
Verbi che esprimono impedimento o rifiuto
Ne / Quominus (se la reggente non contiene una negazione)
Quin / Quominus (se la reggente contiene una negazione)
Verbi che esprimono timore
Ne (se si teme che qualcosa avvenga)
Ne non / Ut (se si teme che qualcosa non avvenga)
Viene usato in tutti i casi il congiuntivo presente, se la proposizione reggente ha un tempo principale, o il congiuntivo imperfetto, se la proposizione reggente ha un tempo storico.