Le proposizioni volitive (subordinate)
Le proposizioni volitive in latino si formano in quattro modi diversi a seconda del verbo da cui sono rette:
1) Verbi che esprimono volontà (ordinare, esortare, volere…)
Ut / Ne
Consul milites hortatur ut strenue pugnent
Il console esorta i soldati a combattere valorosamente
2) Verbi che esprimono attenzione (badare, preoccuparsi…)
Ut / Ne
Cave ne frater tuus hoc faciat
Bada che tuo fratello non faccia ciò
3) Verbi che esprimono impedimento o rifiuto (impedire, vietare…)
Ne / Quominus (se la reggente non contiene una negazione)
Quin / Quominus (se la reggente contiene una negazione)
Tuae lacrimae impediunt ne alia dicam
Le tue lacrime impediscono che io dica altre cose
Lex non recusat quin proditores interficiantur
La legge non vieta che i traditori vengano uccisi
4) Verbi che esprimono timore (temere, avere paura…)
Ne (se si teme che qualcosa avvenga)
Ne non / Ut (se si teme che qualcosa non avvenga)
Timebam ne haec evenirent
Temevo che succedessero queste cose
Consul timet ne hostes non cedant
Il console teme che i nemici non si ritirino
Viene usato in tutti i casi il congiuntivo presente (se la proposizione reggente ha un tempo principale) o il congiuntivo imperfetto (se la proposizione reggente ha un tempo storico).
Attenzione
È importante non confondere le proposizioni volitive subordinate (queste qui di cui abbiamo appena parlato) con le proposizioni volitive principali:
PRINCIPALE
Consulibus pare
Obbedisci ai consoli
SUBORDINATA
Cave ne hoc facias
Bada di non fare ciò
La differenza è che le volitive principali, essendo appunto proposizioni principali, hanno un senso compiuto e non dipendono da un altro verbo. Invece le volitive subordinate non possono stare da sole e pertanto sono rette da un altro verbo (nell’esempio la volitiva subordinata ne hoc facias è retta dal verbo cave).