I Romani e i Cimbri
Autore
Tacito
Libro
Il nuovo Latina Lectio
La versione inizia con:
Ultimum Germaniae situm, proximi Oceano…
La versione termina con:
…in suis eos sedibus perculerunt
Traduzione
I Cimbri, vicinissimi all’oceano, occupano la regione più remota della Germania, oggi piccola tribù, ma grande per la gloria.
Rimangono tracce dell’antica fama: su entrambe le rive del Reno (ci sono) accampamenti, in base alla cui estensione potresti ricostruire (letteralmente potresti misurare) anche adesso la grandezza della popolazione.
La nostra città esisteva da seicentoquarant’anni, quando per la prima volta, sotto il consolato di Cecilio Metello e Papirio Carbone, si sentì parlare delle armi dei Cimbri (letteralmente conduceva il seicentoquarantesimo anno…furono sentite le armi).
Se calcoliamo il tempo da questo consolato al consolato dell’imperatore Traiano, sono quasi duecentodieci anni; da così tanto tempo la Germania viene vinta1.
In un periodo di tempo così lungo le perdite furono numerose da entrambe le parti; i Germani, messi in fuga o catturati i condottieri romani, sconfissero (letteralmente portarono via) spesso i nostri eserciti, ma non impunemente; infatti, li2 annientarono Gaio Mario in Italia, il divino Giulio in Gallia, Druso e Germanico nei loro territori.
1 Il significato di questa frase è che i Romani, pur avendo riportato svariate vittorie sulle tribù germaniche per più di duecento anni, non erano mai riusciti a sconfiggerle definitivamente.
2 Si riferisce ai Germani.