All’arrivo di Serse gli alleati abbandonano gli Ateniesi
Autore
Plutarco
Libro
γραφίς
La versione inizia con:
Ξέρξου δὲ διὰ τῆς Δωρίδος ἄνωθεν…
La versione termina con:
…καὶ πατέρων ἡρῷα προϊεμένων
Traduzione
Essendosi Serse lanciato contro la Focide da settentrione attraverso la Doride e incendiando le città dei Focesi, i Greci non fornirono aiuto, nonostante gli Ateniesi chiedessero di recarsi in Beozia in difesa dell’Attica, (così) come essi erano giunti in aiuto per mare all’Artemisio.
Poiché nessuno li ascoltava, ma presidiavano1 il Peloponneso e si affrettavano a radunare tutte le forze all’interno dell’Istmo e fortificavano con un muro l’Istmo da mare a mare, gli Ateniesi furono presi dall’ira per il tradimento, oltre che dallo scoramento e dall’abbattimento (letteralmente allo stesso tempo prendeva gli Ateniesi l’ira per il tradimento, allo stesso tempo lo scoramento e l’abbattimento), poiché erano stati lasciati soli.
Infatti, non intendevano combattere contro un simile esercito (letteralmente contro tante miriadi di un esercito); i più ascoltavano malvolentieri l’unica cosa che in quel momento era necessaria, cioè, dopo avere abbandonato la città, rifugiarsi sulle navi, poiché non avevano bisogno di una vittoria e non credevano alla salvezza2, dato che avevano abbandonato i templi degli dei e le tombe dei padri.
1 Si riferisce ai Greci.
2 Il senso è che i cittadini ateniesi, siccome avevano dovuto abbandonare la città a causa dell’arrivo dell’esercito persiano e si erano rifugiati su delle navi in prossimità dell’isola di Salamina, credevano che fosse necessario un fronte comune (e non una singola vittoria) contro i Persiani e non capivano che tipo di salvezza fosse quella che lì per lì avevano ottenuto, dato che avevano dovuto abbandonare tutto quanto.