Socrate, un uomo giusto e pio
Autore
Senofonte
Libro
γραφίς
La versione inizia con:
Ἐμοὶ μὲν δὴ Σωκράτης τοιοῦτος ὢν ἐδόκει…
La versione termina con:
…ἄξιος ἦν τιμῆς τῇ πόλει
Traduzione
Mi sembrava che Socrate, che era una persona di questo tipo (letteralmente che era tale), fosse degno d’onore da parte della città piuttosto che di morte.
Anche giudicando in base alle leggi, uno giungerebbe alla stessa conclusione (letteralmente troverebbe la stessa cosa).
In base alle leggi infatti, qualora sia evidente che uno ruba o sottrae gli abiti di altri o è un tagliaborse o perfora le pareti o riduce in schiavitù (qualcuno) o depreda i templi, la pena per questi è la morte; quello si tenne lontano da queste cose più di tutti gli uomini.
Al contrario, non fu mai causa per la città né di una guerra che andò male né di una sedizione né di un tradimento né di alcun altro male; nemmeno in privato privò mai dei beni né coprì di oltraggi alcuno degli uomini, addirittura non subì mai una causa per nessuna delle cose dette.
Come dunque avrebbe potuto essere passibile di un processo?
Lui che, invece di non rispettare gli dei, come era stato scritto nel processo, venerava notoriamente gli dei molto più degli altri uomini e invece di corrompere i giovani, cosa che gli imputò l’accusatore, faceva desistere notoriamente quelli tra i (propri) seguaci che avevano desideri spregevoli da questi, spingendoli a desiderare la più bella e la più degna virtù, con cui le città e le famiglie sono amministrate bene; dato che faceva queste cose, in che modo non sarebbe stato degno di grande onore da parte della città?