Una sortita dei Galli
Autore
Cesare
Libro
Il nuovo Latina Lectio
La versione inizia con:
Milites, quamvis frigore et adsiduis imbribus tardarentur…
La versione termina con:
…multitudo ad restinguendum ignem concurrit
Traduzione
I soldati, nonostante fossero rallentati dal freddo e dalle frequenti piogge, superarono tuttavia queste difficoltà con costante fatica e in venticinque giorni costruirono un terrapieno alto ottanta piedi.
Mentre questo toccava quasi il muro dei nemici e Cesare stesso sovrintendeva all’opera ed esortava i soldati a non distogliersi assolutamente dall’opera per un istante, poco prima della terza vigilia1 ci si accorse che il terrapieno, che i nemici avevano incendiato con una galleria, emanava fumo.
Nello stesso momento da entrambi i lati delle nostre torri veniva fatta una sortita dai nemici attraverso due porte.
Alcuni gettavano da lontano fiaccole e legname secco dal muro contro il terrapieno, altri versavano pece e altre cose con cui il fuoco può essere appiccato, al punto che a fatica poteva essere stabilito dove bisognasse portare aiuto primariamente.
Tuttavia, poiché due legioni stavano sempre di guardia davanti all’accampamento, accadde rapidamente che alcuni resistettero alle sortite, altri riportarono velocemente le torri nell’accampamento e ruppero il terrapieno.
Intanto tutta la moltitudine corse dall’accampamento a spegnere il fuoco.
1 Cioè intorno a mezzanotte.