Greco

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Uccelli difensori dei Greci

Autore

Aristotele

Libro

γραφίς

La versione inizia con:

Ἐν τῇ Διομηδείᾳ νήσῳ, ἣ κεῖται…

La versione termina con:

…τῶν τόπων ἐκείνων γενομένου

Traduzione

Dicono che nelle isole di Diomede1, che si trovano nel mare Adriatico, c’è un tempio di Diomede, meraviglioso e sacro, e che intorno al tempio stanno accucciati in cerchio uccelli di grandi dimensioni (letteralmente grandi in quanto a dimensioni), che hanno becchi grandi e duri.

Dicono che questi, qualora i Greci sbarchino sul posto, stanno in silenzio, mentre invece, qualora (sbarchino) alcuni dei barbari che abitano lì vicino, si alzano in volo e, librandosi, piombano sulle loro teste e, ferendoli con i becchi, li uccidono.

Si racconta che questi sono nati dai compagni di Diomede2, dopo che essi naufragarono sull’isola e dopo che Diomede fu ucciso a tradimento da Enea, che allora era il re di quei luoghi.

1 Corrispondono alle odierne isole Tremiti, situate al largo della Puglia.

2 Secondo il mito i compagni di Diomede furono trasformati in uccelli dalla dea Afrodite.