Usi dei Fenici e dei Cartaginesi
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Libro
Il nuovo Latina Lectio
La versione inizia con:
Carthaginienses, qui Thyro in Africam migraverant…
La versione termina con:
…natura et maiorum instituto deditissima erat
Traduzione
I Cartaginesi, che erano migrati da Tiro in Africa, praticavano soprattutto i riti sacri portati dalla patria e pochi altri che avevano desunto dai Greci.
Il culto principale era (quello) di Giunone e di Apollo, a cui avevano costruito un magnifico tempio sulla rocca stessa.
Apollo aveva anche un tempio opulento, coperto di lamine d’oro, con una splendida statua di marmo, che i Romani, dopo che Cartagine fu annientata, trasportarono dall’Africa e posero vicino al Circo Massimo.
Al tempio di Ercole, che1 è trattato con grande devozione, mandavano ogni anno una nave decorata con grande cura insieme alle decime dei raccolti annuali o dei bottini (letteralmente dei ricavati della vendita dei bottini) ottenuti in guerra.
Avevano desunto dai Tirii, loro fondatori, il rito di un culto orribile.
Infatti, immolavano ogni anno a Saturno, che essi stessi chiamano Belo, una vittima umana; e i residui di tale crudeltà (letteralmente i residui della cui crudeltà) non poterono essere eliminati e aboliti nemmeno dopo molti secoli.
La vantaggiosità dei commerci, ai quali quella popolazione era molto dedita per natura e per usanza degli antenati, perlopiù limitava gli altri costumi della città.
1 Si riferisce al tempio.