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Il valore e la fortuna

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Il nuovo Latina Lectio

La versione inizia con:

A rerum scriptoribus accepimus Romanos non solum…

La versione termina con:

…esse eius casum si fortuna ab eo discesserit

Traduzione

Sappiamo dagli storici che i Romani furono non soltanto di gran lunga i più potenti in quanto ad armi e i più saggi di tutti i popoli in quanto a leggi, ma anche i più devoti verso gli dei immortali e che mantennero sempre con grandissima fedeltà (letteralmente molto fedelmente) la parola data.

A loro infatti sembrava che la slealtà e l’empietà fossero i più grandi crimini.

Per questo motivo vengono celebrati da tutti con grandissime lodi per la giustizia.

Spesso però gli storici si chiedono se i Romani furono più forti o più fortunati; tuttavia, questa questione ci sembra non meno vana che incerta, poiché è piuttosto difficile separare il coraggio dalla fortuna (letteralmente che il coraggio sia separato dalla fortuna); infatti, quanto più uno è coraggioso, tanto più sembra fortunato agli uomini e la buona sorte lo sostiene moltissimo.

Ma cerchiamo di non essere (letteralmente ma non siamo) pedanti in queste cose, poiché la verità è troppo complicata rispetto alle forze del nostro ingegno, che sono debolissime!

Né tuttavia gli uomini possono essere fortunati per sempre, poiché la fortuna di uno solo perlopiù suscita l’invidia di molti; per questo motivo spesso vediamo che, quanto più uno fu fortunato o potente, tanto più triste e miserevole è la sua rovina, se la buona sorte si è allontanata da lui.