Vicende dell’assedio di Tebe (1)
Autore
Pseudo Apollodoro
Libro
γραφίς
La versione inizia con:
Οὗτος οὖν Θηβαίοις μαντευομένοις εἶπε…
La versione termina con:
…παῖς Περικλύμενος ἀπέκτεινε
Traduzione
Costui1 dunque disse ai Tebani, che chiedevano un responso, che avrebbero vinto, qualora Meneceo (figlio) di Creonte si fosse offerto in sacrificio ad Ares.
Avendo sentito ciò, Meneceo (figlio) di Creonte si immolò davanti alle mura.
Essendo scoppiata una battaglia, i Tebani (letteralmente i discendenti di Cadmo) furono inseguiti fino alle mura e Capaneo, dopo che ebbe afferrato una scala, salì grazie ad essa sulle mura e Zeus lo colpì con un fulmine.
Essendo accaduto ciò, gli Argivi fuggirono (letteralmente si verificò una fuga degli Argivi).
Poiché molti morirono, per decisione di entrambi gli eserciti (letteralmente essendo sembrato opportuno a entrambi gli eserciti) Eteocle e Polinice combatterono singolarmente per il regno e si uccisero l’un l’altro.
Essendo scoppiata di nuovo una violenta battaglia, i figli di Astaco prevalsero; Ismaro uccise Ippomedonte, Leade (uccise) Eteoclo, Anfidico (uccise) Partenopeo.
Come dice tuttavia Euripide, Periclimeno, figlio di Poseidone, uccise Partenopeo.
1 Si riferisce all’indovino Tiresia.