Vita privata di Lucio Emilio Paolo
Autore
Plutarco
Libro
γραφίς
La versione inizia con:
Ἔγημε δὲ Παπιρίαν, ἀνδρὸς ὑπατικοῦ…
La versione termina con:
…θαυμάζουσα τὴν ἀρετὴν δι’ἣν πένης ἦν
Traduzione
Sposò Papiria, figlia del console Masone, e, dopo avere convissuto per molto tempo, ruppe il matrimonio, nonostante gli avesse dato bei figli (letteralmente fosse stato provvisto da lei di bei figli).
Emilio dunque, essendosi separato da Papiria, sposò un’altra e, dopo che questa ebbe generato due figli maschi, li tenne in casa, mentre affidò quelli precedenti alle casate più potenti e alle stirpi più illustri, il (figlio) maggiore a quella di Massimo Fabio cinque volte console, mentre il figlio di Scipione Africano chiamò il (figlio) minore Scipione, che era (suo) cugino, dopo averlo adottato.
Delle figlie di Emilio una la sposò il figlio di Catone, l’altra Elio Tuberone, uomo insigne e che tra i Romani sopportava la povertà nel modo più solenne.
Erano infatti sedici parenti, tutti Elii, e avevano una casetta molto piccola e un solo campicello bastava per tutti, visto che dividevano un unico focolare con i molti figli e le donne.
Tra queste c’era la figlia di quell’Emilio, che fu due volte console e che celebrò il trionfo dieci volte, la quale non provava vergogna per la povertà del marito, ma ammirava il valore a causa di cui era povero.