I vizi della Roma repubblicana
Autore
Sallustio
Libro
Il nuovo Latina Lectio
La versione inizia con:
Postquam divitiae honori esse coeperunt…
La versione termina con:
…praeter iniuriae licentiam eripiebant
Traduzione
Dopo che le ricchezze iniziarono a godere di grande considerazione (letteralmente a essere in onore), la virtù a indebolirsi, la povertà a essere ritenuta una vergogna, l’integrità iniziò a essere considerata malanimo1.
Dunque, a causa delle ricchezze lo sfarzo e l’avidità insieme all’arroganza si impossessarono dei giovani; rubavano, scialacquavano, stimavano di poco valore le proprie cose, desideravano le cose altrui, non si davano alcun pensiero delle leggi divine e umane.
Vale la pena, dopo avere visto2 le case e le ville private costruite alla maniera delle città, osservare i templi degli dei che i nostri antenati, uomini religiosissimi, costruirono.
Quelli ornavano i templi degli dei con la devozione, le proprie case con la gloria e con la buona reputazione; e non toglievano nulla agli sconfitti, eccetto che la possibilità di commettere crimini (letteralmente di ingiustizia).
1 Il significato di questa frase è che l’onestà iniziò a essere vista come una forma di malessere.
2 Il verbo cognoveris, che letteralmente significa “hai visto”, è un cosiddetto “tu generico”, cioè una seconda persona singolare che si riferisce in realtà a un soggetto indefinito (dando così l’impressione che l’autore si stia rivolgendo a chiunque).